L’effetto Berlusconi in Borsa

Gli eventi politici più importanti degli ultimi giorni e settimane stanno producendo effetti consistenti anche sul versante economico. E quando siamo orami a meno di venti giorni dall’apertura delle urne, la deriva politica dei principali partiti italiani inizia a presentare il conto al mondo della finanza: le conseguenze degli scandali e delle promesse elettorali le leggiamo in Borsa.

Effetto Berlusconi chiude in negativo piazza affari spread a 350

 Il dopo Monti impensierisce e non di poco i mercati. Stamane ci si aspettava la caduta di molti titoli a piazza affari compreso quelli bancari, nello specifico il FTSE MIB cede oltre il 3,8% . In caduta sopratutto i titoli delle banche, in testa Banco Popolare, Mps, Mediolanum, Banca Popolare di Milano, Unicredit e Intesa Sanpaolo e durante la mattinata tutti i titoli bancari che erano in forte perdita sono stati sospesi.

Cos’è la Mappa del Potere?

La Mappa del Potere è uno schema di relazioni, disegnata da Beppe Grillo nella sua continua lotta al marcio che c’è in Italia ed ha a che vedere con il mondo della borsa.

La Casaleggio Associati, insieme a Grillo, ha stilato questa mappa sulla base di molte ricerche ed è stata creata questa Mappa del Potere dove si possono vedere quali connessioni esistono tra i vari consigli d’amministrazione delle società quotate in borsa.

Rimborso azioni Alitalia entro il 31 Agosto

Come sappiamo il caso Alitalia ha fatto imbestialire dipendenti, fornitori, cittadini comuni, ma anche i risparmiatori che hanno acquistato azioni e obbligazioni Alitalia.

Il titolo Alitalia è stato sospeso dalle contrattazioni in Borsa il giorno 3 Giugno 2008 quando la quotazione era di 0,445 euro per azione. Da allora i risparmiatori non hanno più potuto ottenere un rimborso dei propri soldi investiti.

Grazie anche all’Adiconsum è stato innalzata la percentuale di rimborso per gli obbligazionisti ed è stato previsto un rimborso in via del tutto eccezionale anche per i singoli azionisti molti dei quali privati cittadini che tenevano il 51,1% delle azioni in Borsa.