Decreto Romani criticato dalla Commissione Europea

di Redazione Commenta

La direttiva europea vieta obblighi di monitoraggio preventivo da parte degli ISP.

Si stanno sollevando moltissime perplessità attorno al cosiddetto Decreto Romani da parte sia della Commissione Europea che di AgCom. Anche gli ISP (Internet Service Provider, i fornitori di Internet), sono molto critici contro questo decreto che va contro i video online e YouTube in particolare.

Il decreto legislativo del viceministro allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni Paolo Romani non è nato sotto la migliore stella, dopo le prime critiche da parte del Partito Democratico ora giungono anche queste nuove accuse.

La Commissione Europea starebbe per aprire una procedura di infrazione contro l’Italia per la mancata notifica del provvedimento, ma sarebbero molti i dubbi anche per quel che riguarda le nuove responsabilità che il decreto impone agli ISP e ai siti Internet come YouTube.

Ricordiamo, come ha fatto anche la Commissione Europea, che la direttiva europea vieta obblighi di monitoraggio preventivo da parte degli ISP.

Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ascoltato dalla Commissione Lavori Pubblici del Senato, si è detto perplesso a sua volta ed anche Agcom è d’accordo sul dire che è necessario rivedere il decreto.

L’Italia, se il testo non verrà cambiato, rischia seriamente di diventare un caso eccezionale, a causa dell’art. 17 che introduce un’apposita autorizzazione per la diffusione continua in diretta e su Internet o web casting.