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Rifiutato il piano di Trump per Israele e Palestina

Niente da fare per il piano di Trump, dedicato alla disputa tra Israele e Palestina. Mercoledì, alleati e avversari degli Stati Uniti hanno reagito con sgomento e disapprovazione all’annuncio del presidente Trump sui piani degli Stati Uniti di “prendere il controllo” della Striscia di Gaza.

piano Trump

Le ultime sul piano Trump per Israele e Palestina

La proposta di Trump di riqualificare il territorio palestinese, parte del territorio che molti sperano diventerà un giorno uno stato palestinese indipendente, trasformandolo in una “Riviera del Medio Oriente“, di proprietà degli Stati Uniti, ha scatenato uno shock diplomatico in tutto il mondo. I palestinesi e le famiglie degli ostaggi israeliani reagiscono al piano di Trump.

L’annuncio di Trump ha preoccupato alcuni familiari degli ostaggi israeliani e ha suscitato l’immediata condanna dei civili palestinesi e di Hamas, che ha avvertito che avrebbe potuto mettere a repentaglio il fragile accordo di cessate il fuoco di Gaza.

“Siamo andati molto vicini alla morte, ma siamo sopravvissuti con la grazia di Dio”, ha detto il residente Moeen Mohsen al team della CBS News a Gaza City. “Purtroppo, è stata presa la decisione di sfollarci. La respingiamo in toto. Stiamo ancora tenendo duro sul nostro diritto a vivere”.

“Non permetteremo che vengano pregiudicati i diritti del nostro popolo, per i quali abbiamo lottato per molti decenni e fatto grandi sacrifici”, ha affermato il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, citato dall’agenzia di stampa palestinese Wafa. L’Autorità Nazionale Palestinese ha un’autorità limitata sull’altro, più grande territorio palestinese, la Cisgiordania occupata da Israele, che è gestita separatamente da Gaza.

“Questi appelli rappresentano una grave violazione del diritto internazionale e la pace e la stabilità nella regione non saranno raggiunte senza la creazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme come capitale”, ha affermato Abbas.

Sono iniziati i negoziati sui termini della seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco, che ha visto il rilascio di 18 ostaggi da parte di Hamas e di altri militanti a Gaza da quando è entrato in vigore il 19 gennaio, tra cui un uomo cittadino americano. Nell’attuale prima fase dell’accordo, della durata di sei settimane, Hamas libererà più ostaggi ogni settimana in cambio del rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane.

Se l’accordo regge, gli scambi di ostaggi e prigionieri continueranno, con un totale di 33 prigionieri israeliani destinati a essere rilasciati durante la prima fase. Se l’accordo va in pezzi, quei rilasci potrebbero giungere al termine, e questa prospettiva ha preoccupato alcuni familiari di coloro che sono ancora tenuti in ostaggio a Gaza. Si attendono sviluppi ulteriori sul piano Trump.