Napolitano, incarico a Bersani

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Il primo passo per uscire dallo stallo in cui le elezioni del 24 e del 25 febbraio hanno gettato il nostro Paese è stato fatto. Potremmo dire anche che il dado è tratto per dare enfasi a quanto accaduto ieri, ma dovremmo contemporaneamente non abbandonare la misura. Diciamo che il Capo dello Stato non ha fatto scelte azzardate (leggi: L’incarico a Bersani?) e si è limitato a fare la cosa più ovvia, vale a dire a dare l’incarico a chi ha avuto la maggioranza alla Camera dei Deputati. Fermo restando che in questo caso non è detto che Bersani incassi la fiducia al Senato.

La scelta di Napolitano

La difficoltà del momento che il nostro Paese sta vivendo è palese (leggi: Nuovo record del debito pubblico italiano). C’è chi spara a zero contro tutto e tutti e propone soluzioni fantasiose per l’ortodossia del diritto costituzionale, c’è chi scende in piazza per manifestare e c’è chi, come il leader del Partito Democratico fresco di incarico, prova a superare le prime e difficili prove. L’intento di Bersani, lo aveva fatto capire anche prima di ricevere ufficialmente l’incarico dalle mani del Presidente della Repubblica, è quello di puntare sulla responsabilità di tutte le forze dell’arco politico italiano cercando di approvare le principali riforme nel più breve tempo possibile e con l’appoggio di tutti. Anche fluido, vale a dire giovando in un’occasione dei voti favorevoli di un partito e in un’altra nel voto favorevole di un’altra coalizione.

Il programma di Bersani

Nell’ottica di cercare un consenso quanto più solido possibile a cominciare dalla fiducia al Senato, il leader del Partito Democratico sta provando a giocare di sponda con gli interessi dei suoi avversari. Strizzando l’occhio oggi a Grillo e domani a Berlusconi, il Pd prova a superare la strozzatura della fiducia per rendere realmente operativa la XVII legislatura. E in quest’ottica dovremmo aspettarci una formazione di ministri abbastanza eterogenea e un piano di governo molto asciutto. Un esempio su tutti: il programma di governo di Bersani sarà ancora più magro dei suoi ormai famosi otto punti e proverà a smussare gli angoli. In primo luogo sembra che nel programma di Bersani verrà cancellata la questione del conflitto di interessi. Troveranno certamente spazio invece: crescita, lavoro, legge elettorale e tagli ai costi della politica.