Statali, la CGIL verso lo sciopero generale

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Dopo una vertenza ormai in corso da quasi tre anni, sembra ormai vicina la firma delle parti sociali per il rinnovo..

Dopo una vertenza ormai in corso da quasi tre anni, sembra ormai vicina la firma delle parti sociali per il rinnovo del contratto collettivo dei dipendenti statali. Ma se la bozza del nuovo contratto sembra aver ormai messo d’accordo da un lato l’ARAN (l’ente governativo che sovrintende alla contrattazione collettiva per i dipendenti pubblici) e dall’altro la maggioranza delle sigle sindacali (CISL, UIL, UGL e sigle minori), resta il “no” deciso della CGIL.

Guglielmo Epifani ritiene irricevibili le proposte del Governo e si dichiara molto deluso dall’approvazione dichiarata dagli altri sindacati.


Secondo Epifani, questo fatto costituisce un ulteriore elemento di divisione fra le rappresentanze dei lavoratori, che già molte volte d’altronde si erano ritrovate su fronti opposti in parecchie questioni di rilevanza nazionale.

E poiché il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta ha dichiarato espressamente che il Governo intende andare avanti comunque con chi ci sta, l’ultima carta che Epifani si appresta a giocare è la più temibile di tutte: la proclamazione dello sciopero generale.

Nelle prime settimane di novembre si terranno alcune manifestazioni di protesta su base regionale, in attesa della grande manifestazione nazionale, per la quale al momento non è ancora stata decisa la data. Sarà anche una prova di forza che la CGIL intende giocare nei confronti delle altre sigle sindacali.


E i segretari di queste ultime giudicano molto negativamente l’atteggiamento di Epifani. Se per Raffaele Bonanni (CISL) con la firma si è scavalcato il “qualunquismo imperante”, per Renata Polverini (UGL) si è dato ascolto ai milioni di lavoratori pubblici che attendevano certezze.
Il commento più duro arriva da Luigi Angeletti (UIL), che ha affermato senza mezzi termini: “La CGIL sta smettendo di essere un sindacato. Speriamo che a forza di sbattere la testa si ravvedano”.