CSC conferma recessione Italia

di Gianni Puglisi Commenta

Il Governo Monti avrebbe dunque fallito nella propria missione di risoluzione delle criticità tipicamente italiane e la recessione, tra maggio 2012 e giugno 2012 potrebbe causare un riduzione del Prodotto Interno Lordo addirittura equivalente all'1%.

Il Centro Studi di Confindustria avrebbe in queste ultime ore diramato un bollettino, riguardante non solamente l’attuale condizione economico-finanziaria delle principali imprese, aziende ed industrie italiane bensì anche, e soprattutto, la situazione occupazionale dei consumatori italiani, che definire allarmante è, a nostro avviso, ben poca cosa rispetto alla scenari di recessione, pesantissima, che delinea per il futuro della bistrattata economia italiana.

LAVORO E TASSE GLI INCUBI DEGLI ITALIANI

Lo spettro della recessione, tante volte invocato quale etereo ed impalpabile fantasmi lungi di qua dal venire, sarebbe purtroppo, oggi più che mai, concreto oltre ogni percezione, oltre ogni immaginazione ed oltre ogni previsione statistica.

I SUICIDI DELLA CRISI ECONOMICA

Il Governo Monti, stando a quanto avrebbe in questi ultimi giorni dichiarato il Centro Studi della Confederazione Generale dell’Industria Italia, avrebbe dunque fallito nella propria missione di risoluzione delle criticità tipicamente italiane, di gran lunga aggravatesi a causa della crisi economica così come, è giusto dirlo, da ben due governi, succedutisi uno dopo l’altro, letteralmente incapaci di portare a termine la propria legislatura ed il proprio mandato, e la recessione, tra maggio 2012 e giugno 2012 potrebbe causare un riduzione del Prodotto Interno Lordo addirittura equivalente all’1%.

POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI DELLA CRISI ECONOMICA

Ora, stando agli esperti della su indicata istituzione, al Governo Monti non resterebbe altro da fare, per salvarsi e, soprattutto, per salvare l’Italia intera, che ridurre i costi del lavoro, allo scopo di garantire la ripresa dei margini di guadagno delle imprese italiane, e l’aumento dei posti di lavoro che, purtroppo, starebbe seriamente cominciando a scarseggiare.