I suicidi della crisi economica

di Gianni Puglisi Commenta

In questo breve lasso di tempo ben 23 persone avrebbe deciso di togliersi la vita.

Il 2012, sebbene sia cominciato solamente da poco più di tre mesi, avrebbe già conquistato una serie di primati che, purtroppo, sarebbero così inquietanti da essere tutt’altro che invidiabili.

RECORD DISOCCUPATI FEBBRAIO 2012

A snocciolare i dati della tragedia, come sempre, sarebbe la sezione veneta della Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato, altrimenti detta, più semplicemente, Confartigianato, che, dopo aver ricordato, solamente pochi giorni fa, come il 2011 si sia chiuso con maggior numero di fallimenti tra le Piccole e Medie Imprese italiane colpite dalla crisi economica e come il mese di febbraio 2012 abbia fatto registrare il maggior numero di disoccupati della storia italiana, avrebbe confermato la notizia, circolata nelle scorse ore, riguardante il presunto suicidio di oltre 23 imprenditori a partire da gennaio 2012.

RECORD FALLIMENTI PMI NEL 2011

In questo breve lasso di tempo, dunque, ben 23 persone, con ogni probabilità a causa delle crescenti difficoltà economiche incontrate sia nella vita lavorativa che nella vita privata, avrebbe deciso di togliersi la vita.

LA FINE DELLO STATO SOCIALE

Colpa, assicura la CGIA di Mestre, proprio della su indicata crisi economica (e dunque di nessun altro fattore) che, proprio a gennaio 2012, in base ai dati più recentemente diffusi dall’istituzione veneta, avrebbe costretto alla chiusura quasi il 50% di tutte le Piccole e Medie Imprese avviate nel corso degli ultimi 5 anni.

Vi sarebbero attualmente in Italia, dunque, moltissime realtà emergenti, anche tecnicamente piuttosto che creativamente validissime, che per colpa dei devastanti effetti della crisi economica nonché delle decisioni dei governi che, in questi ultimi anni, si sarebbero susseguiti alla guida del Paese, non riuscirebbero a superare i primi 5 anni di vita.