Record disoccupati febbraio 2012

di Gianni Puglisi Commenta

La disoccupazione in Italia, a febbraio 2012, avrebbe raggiunto il livello record del 9,3%.

La disoccupazione in Italia, a febbraio 2012, avrebbe raggiunto il livello record del 9,3%.

Un dato così impressionantemente elevato, per lo meno stando alle dichiarazioni pubblicamente rilasciate dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Statistica, non si registrava dal lontanissimo 1992.

ESODATI E RIFORMA DELLE PENSIONI

Ciò confermerebbe, purtroppo e come da noi anticipatovi nel nostro recente articolo dedicato ai 10 Paperon de’ Paperoni italiani, come l’economia italiana, nel corso di questi ultimi 20 anni, non avrebbe fatto altro che stagnare, rimanendo ferma se non addirittura retrocedendo.

DISOCCUPAZIONE IN CRESCITA TRA LA POPOLAZIONE LAUREATA

A farne le spese, come ci si potrebbe legittimamente immaginare, le donne, di qualsiasi età, ma anche, e soprattutto, i giovani italiani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni che, ormai, non riuscirebbero in alcun modo ad inserirsi, soddisfacentemente se non addirittura definitivamente o quanto più stabilmente possibile, nel mondo del lavoro italiano.

DISOCCUPAZIONE MAI COSI’ ALTA DAL 2001

Quale che siano le motivazione di cotanto dramma (con buona pace di Pietro Ichino, purtroppo, non ci sentiamo di accusare i giovani italiani di scarsa qualità professionale ne di estrema nullafacenza. Se così fosse, infatti, il senatore Ichino dovrebbe proprio spiegarci il motivo per il quale il Consorzio Universitario ALMALAUREA abbia osato dichiarare, in occasione della presentazione del quattordicesimo “Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati”, come il 20% della popolazione laureata italiana risulti disoccupata addirittura a 12 mesi dal conseguimento del titolo) il dramma in quanto tale resta, purtroppo, inalterato e se non si cominceranno, nel minor tempo possibile, ad intuire gli effetti della riforma del mercato del lavoro del ministro Elsa Fornero non potrà che rimanere tale per ancora moltissimi mesi, causando una vera e propria emergenza sociale che, a nostro avviso, potrebbe essere veramente difficile, se non addirittura impossibile, da fronteggiare in modo equo, solidale, adeguato.