La Fiat condannata all’assunzione di 145 dipendenti

di Gianni Puglisi Commenta

otivo del contendere? L'appartenenza sindacale degli operai coinvolti nella vicenda, tutti tesserati FIOM e dunque, secondo quanto sostenuto dalla FIOM stessa, impossibilitati a rientrare in azienda, dopo essere stati messi in cassa integrazione, propria a causa della propria tessera sindacale.

E’ notizia di questi giorni che la Fiat, la più importante azienda italiana produttrice di automobili, sarebbe stata recentemente costretta, dai giudici del tribunale ordinario di Roma, ad assumere ben 145 dipendenti, 19 dei quali dovranno altresì godere di un sostanzioso indennizzo pari a quasi 3.000, che secondo l’accusa sarebbero stati ingiustamente discriminati.

RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

Motivo del contendere? L’appartenenza sindacale degli operai coinvolti nella vicenda, tutti tesserati FIOM e dunque, secondo quanto sostenuto dalla FIOM stessa, impossibilitati a rientrare in azienda, dopo essere stati messi in cassa integrazione, propria a causa della propria tessera sindacale.

RIFORMA DEL WELFARE 2012

Degli oltre 2.000 operai in cassa integrazione recentemente scelti da Fiat per creare la Fabbrica Italiana Pomigliano, responsabile della realizzazione della nuova Fiat Panda, infatti, nessuno risultava iscritto alla FIOM.

RIFORMA DEL LAVORO SFATA IL MITO DELL’ARTICOLO 18

Un’evenienza, stando a quanto calcolato da un eminente professore inglese, dell’Università di Birmingham, appositamente contattato dai legali della FIOM affinché ne calcolasse le probabilità, che si sarebbe potuta verificare, qualora la Fiat avesse scelto a caso tra i propri dipendenti in cassa integrazione, solamente in un caso su 10 milioni di tentativi e che, appunto, avrebbe insospettito la Fiom tanto di indurla a denunciare la Fiat che, come anticipato, sarebbe stata accusata di  aver discriminato i tesserati FIOM.