PDL in senato nuova legge ad personam per un quarto grado di giudizio

di Redazione Commenta

Attraverso un emendamento al decreto sviluppo i senatori del PDL cercano di inserire nell’ordinamento giuridico un “quarto grado” di giudizio con effetto retroattivo che quindi possa interessare anche processi già terminati. In Italia ufficialmente i gradi di giudizio sono tre, infatti abbiamo: tribunale (1° grado) – appello (2° grado) – cassazione (3° grado).

Ma non di meno conto in termini economici e di tempo c’è anche l’udienza preliminare che coinvolge un altro giudice (GUP) il quale deve valutare e decidere se ci sono prove sufficienti per iniziare un processo. Solo in Italia ci sono così tanti gradi di giudizio mentre in altri paesi come la Svizzera, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti d’America non si sognano nemmeno di aggiungere altri gradi di giudizio, il processo è uno e al massimo è possibile fare ricorso, diciamo che è prevista una specie di cassazione.

 

Aggiungere un altro grado di giudizio serve solo ad allungare ancora di più i tempi della giustizia italiana a danno dei cittadini che continueranno a pagare le spese per processi infiniti che non porteranno mai a sentenze in giudicato. A questo punto senza nessun pregiudizio vorremmo che i senatori PDL ci spiegassero il perchè di questa proposta, in quanto ha tutto il sapore di un’ennesima legge ad personam che per prima servirebbe ad evitare l’esborso di 560 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti per il lodo Mondadori (di cui è attesa a breve anche la sentenza in Cassazione).

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Questo emendamento è stato presentato dai sentori PDL Giuseppe Valentino, Mariano Delogu, Franco Mugnai, Alberto Baldoni e Carlo Sarro e fa parte dei 1600 emendamenti che infarciscono il decreto sviluppo proposto dal ministro Corrado Passera. In particolare il testo in questione prevede che “se una sentenza della Cassazione è affetta da manifesta violazione del diritto comunitario, la parte interessata può chiedere la correzione o la revocazione con ricorso presentato alle Sezioni Unite” della stessa Cassazione.

Non solo per le sentenze future, bensì anche per quelle “depositate nei due anni precedenti l’entrata in vigore”. Il condannato dovrà solo fare attenzione a chiedere il “quarto grado di giudizio” entro 180 giorni dall’effettiva operatività della nuova norma. Con la possibilità, oltretutto, di ottenere la sospensione delle sentenze e scavalcare la cassazione con l’appiglio alla violazione del diritto comunitario.