Il PdL e il rischio-Bossi

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tuttavia, pure in un momento politico in cui la maggioranza di centrodestra appare in grande spolvero..

Venerdì dovrebbe essere annunciato ufficialmente l’avvio dei lavori che porteranno allo scioglimento di Forza Italia. Il partito creato nel 1994 dall’attuale premier Silvio Berlusconi si avvia dunque a chiudere i battenti, per confluire nei prossimi mesi nel Popolo della Libertà, insieme ad Alleanza Nazionale e ad un nugolo di alleati minori (fra gli altri: le liste di Rotondi, di Giovanardi, di Dini e della Mussolini).

E tuttavia, pure in un momento politico in cui la maggioranza di centrodestra appare in grande spolvero, pare che qualche sassolino si sia inserito nell’ingranaggio. Sebbene dal premier in giù tutti lo abbiano minimizzato, sembra che il risicato 12% acquisito dall’intero PdL nelle elezioni in Trentino abbia destato qualche preoccupazione.

In effetti, in quella stessa occasione la Lega Nord ha sopravanzato i voti del partito di Berlusconi, e anche i sondaggi in Veneto confermano il movimento di Bossi come primo partito.
Addirittura, pare che a livello nazionale le intenzioni di voto a favore della Lega Nord sfiorino l’11%, ben tre punti in più rispetto alle elezioni di appena sei mesi fa. Sono in molti a ritenere che ciò si possa spiegare solo con il tradizionale e persistente radicamento nel territorio della compagine leghista.


Non sembra invece che altrettanto radicamento si possa individuare nel Popolo della Libertà. Alcuni esponenti di Forza Italia sottolineano come il partito negli ultimi mesi sia pressoché scomparso dalla scena politica, sostituito dagli interventi individuali del presidente del Consiglio e di singoli ministri.
L’unico vero partito nel centrodestra è la Lega”, si sfoga un simpatizzante intervistato dal Sole 24 Ore.


Lo stesso coordinatore azzurro, Denis Verdini, definisce la Lega “un alleato fedelissimo” ma anche “un concorrente temibile”
E ora si teme seriamente che l’incessante avanzata leghista possa cannibalizzare i voti del PdL.