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Continui botta&risposta sul clima

Sembra lontano dal placarsi il braccio di ferro fra l’Italia e l’Unione Europea inerente le misure contro l’emergenza climatica, giudicate troppo rigide e penalizzanti per l’economia dello Stivale.

Dopo la dura presa di posizione del premier Silvio Berlusconi, è intervenuto pesantemente il commissario europeo all’Ambiente, Stavros Dimas, che si è dichiarato “allibito” dalle parole di Berlusconi.

Dimas non solo contesta nel merito le cifre fornite da Berlusconi (oneri annui pari a circa 18 miliardi di euro) ma anzi ritiene che l’Italia avrà tutto da guadagnare dal pacchetto-clima, poiché la nostra economia avrebbe margini enormi di crescita derivanti dalla riconversione energetica.


Per il commissario “l’Italia è uno dei Paesi che farà l’affare migliore”.
Gli fa eco lo stesso presidente della Commissione Europea Josè Barroso, che sostiene che l’emergenza economica non deve far dimenticare la sfida del cambiamento climatico e rammenta che salvare il pianeta non è un lusso che si può adottare o abbandonare a seconda della situazione contingente.

Oltretutto, ritiene Barroso, l’esempio europeo è di importanza cruciale per spingere altri Paesi più riottosi, come gli Stati Uniti o le tigri asiatiche, ad incamminarsi lungo la stessa strada.

A ribattere alle istituzioni europee è il nostro ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che conferma le cifre dichiarate da Berlusconi, sostenendo anzi che derivano da fonti informative della stessa Unione Europea.

Ed è il collega di governo Matteoli ad aprire un nuovo fronte di polemica: alla prossima conferenza mondiale sul clima, che si terrà a Copenaghen nel 2009, l’Italia chiederà di ridiscutere lo stesso Protocollo di Kyoto.


Successivamente Dimas ha ridimensionato il suo intervento, parlando di fraintendimenti da chiarire, mentre a tuonare contro l’Italia è sceso il presidente di turno della UE, Nicholas Sarkozy, che definisce “irresponsabile” la linea italiana, definizione presentata anche dal segretario del PD Veltroni.