Costo della manovra finanziaria

di Gianni Puglisi Commenta

La manovra finanziaria costerà moltissimo ad ogni famiglia italiana. Da tenere sott'occhio i settori alimentare, scuola, banca, bolletta ed auto.

La manovra finanziaria 2011, il decreto legge 13 agosto 2011 n° 188, è stato approvato ieri dal Senato della Repubblica con voto di fiducia così come stabilito dal Consiglio dei Ministri di mercoledì pomeriggio.

Oggi, invece, il Parlamento si è riunito per discutere in merito ad alcune questioni che sarebbero stata lasciate volutamente fuori dalla manovra affinché costituiscano il nucleo di ulteriori riforme strutturali. Stiamo parlando, ovviamente, delle leggi costituzionali sull’abolizione, completa, delle province (le cui competenze passerebbero alle regioni) e sul dimezzamento del numero di deputati e senatori.

Come che sia, comunque, la manovra finanziaria costa (e costerà ancora di più una volta entrata a regime) e peserà, indistintamente, su ogni famiglia italiana. Dell’argomento, come ricorderete, avevamo già parlato qualche tempo fa, ribadendo come la manovra fosse una stangata da 1.500 euro a famiglia.

Oggi, invece, vediamo punto per punto quali capitoli di spesa aumenteranno più degli altri, perché subiranno questa crescita e quali dovrebbero essere le misure più efficaci per affrontare il peso della manovra.

ALIMENTARI

L’aumento dell’Iva, alla fine, si è fatto. Ciò, ovviamente, causerà un rialzo generalizzato dei prezzi che potrebbe influire, e non poco, sul costo medio degli alimentari. In questo settore, infatti, la manovra ha un effetto moltiplicato. Non solo, infatti, si pagherà l’un per cento in più sul singolo prodotto (in virtù del rialzo dell’aliquota più bassa dell’IVA) bensì sull’intera filiera produttrice (in virtù del rialzo dell’aliquota più alta dell’IVA). Si sconterà, inoltre, il costo della vita che, arrestatosi nei momenti più bui della crisi, ricomincerà a salire vertiginosamente.

Si stima che, su base annua e considerando il periodo compreso tra il 2008 e la fine del 2012, i consumi siano calati dell’1% e che il budget familiare previsto per la spesa sia calato a 5.364 dai precedenti 5.700.

ACQUISTO AUTO E CARBURANTI

Acquistare un auto dopo l’entrata in vigore della manovra sarà decisamente più costoso a causa dell’inasprimento dell’Imposta Provinciale di Trascrizione che dovrà essere calcolata in base alla potenza del veicolo. Per il pieno, invece, a causa soprattutto del rialzo dell’IVA (ma anche degli sfavorevoli scenari macroeconomici e dell’aumento delle accise in favore del FUS), si arriverà a pagare, a fine anno, il 15% in più rispetto allo scorso anno.

BOLLETTA ENERGIA ELETTRICA

Sebbene, per legge, i fornitori di energia elettrica (sia tradizionale che alternativa) non possano rivalersi sugli acquirenti per ripagarsi degli effetti della Robin Hood Tax sull’energia, la Corte dei Conti ammette che si potranno verificare episodi spiacevoli che, allo stato attuale delle cose, non si possono quantificare.

Ciò che si può calcolare, invece, è che il divario del costo dell’energia tra le due fasce orarie supererà il 10% a partire da gennaio 2010.

SCUOLA

Quella sulla scuola si può considerare quale la stangata più evidente ed importante. A causa, infatti, dell’innalzamento del tetto della spesa per i testi scolastici previsto dalla manovra (+1,3% per la secondaria inferiore e +5,4% per la secondaria superiore) si stima che ogni famiglia spenderà, in media, 314 euro per ogni anno scolastico.

A ciò va aggiunta la spesa, considerata davvero consistente, per completare il corredo scolastico degli studenti. Secondo il sito klikkapromo.it, infatti, la spesa per la sola cancelleria aumenterà del 9% entro la fine del 2011.

CONTI CORRENTI E CONTI DEPOSITO

I provvedimenti in materia di conti correnti e conti depositi faranno si che ci sia una vera e propria stangata anche in codesto settore.

Come avverte il Consorzio PattiChiari, infatti, tra aumento dell’imposta di bollo (che verrà calcolata, a partire dal 2013, in base alla consistenza delle somme depositate) e riduzione al 20% dei rendimenti (l’aliquota era precedentemente fissata al 27%), il costo medio dei conti correnti e dei conti depositi potrebbe salire sino a 114 euro l’anno (97 nel caso di conti online).