Maggioranza appesa ad un filo sul voto odierno alla Camera. Benchè l'approvazione del Rendiconto Generale non rappresenti un voto politico, oggi il Governo verifica i numeri della maggioranza in aula in vista del prossimo voto di fiducia.
Proprio in queste ore il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dopo il vertice di ieri ad Arcore con i figli e i fedelissimi, chiama a raccolta le truppe, convoca i “traditori”, i “frondisti”, i “malpancisti”, cercando di recuperare qualche numero perché sebbene il voto odierno non si possa definire “politico” (l’approvazione del Rendiconto Generale dello Stato è da sempre considerato un “atto dovuto”) la conta in Aula rappresenta il banco di prova per la fiducia che il Premier si appresta a chiedere sulla lettera presentata all’Unione Europea relativa alle misure anti-crisi che il Governo intende attuare.
►lettera all’Europa in materia di pensionamento
►lettera all’Europa in materia di licenziamenti
Quello che però realmente interessa ai “transfughi”, dichiarati e potenziali, è lo scenario futuro che li attende, dal momento che l’UDC di Casini non ha in mano i numeri per garantire a tutti un posto in un eventuale prossimo Esecutivo, sia esso il frutto di una nuova maggioranza parlamentare o che esca dalle urne. Se fosse lo stesso Berlusconi a fare un passo indietro si potrebbe lavorare ad una ipotesi un Governo di Transizione che rappresenti una sorta di continuità con quello attuale (ipotesi Letta o Schifani), ma se questo non dovesse avvenire, se come lo stesso Berlusconi continua a sostenere, si arriverà ad una mozione di sfiducia alla Camera, il discorso si complica e si apre la strada alle urne.