Arriva la social card

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Come imposto dal Garante della Privacy, la card non riporterà in alcun modo il nome del beneficiario e sarà di formato differente..

Annunciata in occasione del DL 112 dello scorso 25 giugno, sta ormai per arrivare a circa ottocentomila famiglie la famosa “social card”, la tessera che consentirà ai beneficiari di ottenere significativi sconti sulle spese quotidiane.

In pratica, essa sarà una sorta di carta prepagata, caricata dallo Stato per 480 euro all’anno. Essa potrà essere utilizzata per pagare le bollette di luce e gas, ma anche le spese di tutti i giorni presso le catene di grande distribuzione che aderiranno al progetto.


A beneficiarne saranno i pensionati ultrasessantacinquenni con un reddito annuo inferiore ai seimila euro, nonché le famiglie con un figlio di età inferiore ai tre anni e con reddito analogo. Per richiedere la card, che dovrebbe essere distribuita a partire dal prossimo dicembre, occorrerà presentare un’autocertificazione (naturalmente con pesanti responsabilità in caso di dati non reali) da cui risulti la presenza dei requisiti richiesti.

Come imposto dal Garante della Privacy, la card non riporterà in alcun modo il nome del beneficiario e sarà di formato differente dalle carte di credito o dalle altre tessere più diffuse fra i cittadini.
Dal punto di vista operativo, comunque, mancano ancora alcuni dettagli. Per esempio, si ritiene fondamentale definire con precisione quali siano esattamente le spese finanziabili, per evitare abusi nell’utilizzo.


È da ricordare che la cosiddetta “social card”, a cui manca ancora un nome ufficiale, è finanziata dalle risorse della “Robin Tax”, l’addizionale sull’IRES a danno di banche, assicurazioni e industrie petrolifere decisa recentemente dal ministro Tremonti.

L’opposizione è perplessa: non solo la misura viene bocciata come una sorta di elemosina, ma c’è chi fa notare che in realtà i proventi della “Robin Tax” siano molto più elevati, e ci si domanda dunque la destinazione del resto del gettito di quest’imposta.