La crisi del settore immobiliare in Italia

di Redazione Commenta

Un comparto della nostra economia nazionale è in forte calo: stiamo parlando del mercato immobiliare. Con una battuta dal retrogusto amaro potremmo dire che è in buona compagnia perché senza ombra di dubbio stiamo vivendo un ciclo economico di negatività completa e assoluta e si contano sulle dita di una sola mano i settori che appaiono impermeabili alla crisi, o, per lo meno, più resistenti agli assalti delle perdite (leggi: L’allarme della Cisl sulla cassa integrazione). Fatto sta che non è del settore immobiliare che possiamo parlare in questo contesto poiché i dati sono impietosi.

I dati dell’Osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate

Procediamo con ordine e partiamo dai dati di fatto, nella fattispecie dai numeri cui è opportuno fare riferimento. I numeri cui stiamo facendo riferimento nella fattispecie sono i dati emersi dal rapporto dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia dell’Entrata che ha messo a punto uno studio ad hoc insieme all’Abi. Il dato secco parla di una flessione di 150 mila compravendite (sia atti di acquisto che di vendita naturalmente) per il periodo di riferimento vale a dire nel corso del 2012 rispetto all’anno precedente. Quello che più preoccupa è un raffronto con i risultati del medesimo ambito in anni precedenti: nel senso che se da un lato è allarmante che solo nel corso del 2012 la flessione è stata di 150 mila compravendite rispetto a quelle registrate nel 2011, è ancor più preoccupante che si tratta del dato assoluto peggiore di quasi gli ultimi 30 anni: si sono registrate meno compravendite solo nel 1985.

I profili della crisi

Lo studio pubblicato dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate contiene al suo interno, in maniera intuibile, anche una fotografia dell’andamento del settore nelle varie Regioni di Italia. Dall’esame di questi numeri ci rendiamo conto che le perdite nel comparto immobiliare sono state sensibili in tutta la nostra penisola con picchi negativi concentrati in primo luogo in un’area storicamente ricca come quella delle Regioni del nord est. E, inoltre, purtroppo, le perdite sono abbastanza simili dal punto di vista quantitativo per tutti i tipi di abitazione (leggi anche: Le richieste di Bruxelles a Letta).