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Saldi al via, vendite flop

Sono cominciati oggi in tutta Italia i saldi estivi del 2013. A conti fatti, in alcune Regioni le svendite promozionali di fine stagione erano già partite qualche tempo fa – martedì scorso per essere precisi – come accaduto in Campania, Basilicata e in Molise ma il via ufficiale su tutto il territorio della penisola è avvenuto oggi. In effetti già in settimana qualche avvisaglia c’era stata in merito alla previsione di un giro di affari comunque ridotto a causa della crisi: sia le previsioni di alcune organizzazioni e istituti di ricerca che avevano parlato di saldi – flop sia la prova del fuoco per le Regioni dove l’inizio dei saldi è stato anticipato di qualche giorno.

Renzi: il Pd e Letta

Torna a parlare Matteo Renzi. Il primo cittadino del capoluogo toscano lo fa in modo abbastanza convenzionale ma pur sempre non banale: si tratta bene o male di una normalissima intervista rilasciata all’inviato di una testata giornalistica, ma non si tratta di un nostro giornale quanto piuttosto della tedesca Frankfurter Allgemeine, testata questa che spesso si occupa delle vicende interne del nostro Paese per quanto riguarda la propria sezione dedicata alla politica estera. Si tratta di un’intervista abbastanza ampia in cui Renzi riesce a toccare una lunga serie di argomenti anche se in potente sintesi.

Il rapporto di Confindustria

Un nuovo bollettino medico sulle condizioni del nostro Paese. Rimanendo nella metafora potremmo dire che il malato di turno è il nostro caro Paese e il suo sistema economico, che l’ospedale in questione che emette il bollettino medico è il centro studi di Confindustria e che le malattie che hanno contagiato il paziente sono tante e gravi. Come del resto appaiono sconfortanti i sintomi. Tutto ciò per dire che il più recente documento pubblicato dal centro studi di Confindustria sottolinea una volta ancora la situazione terribile della nostra economia nazionale (leggi anche: Evasione fiscale: mancano 545 miliardi di euro).

Sindacati a Roma, lavoro è democrazia

La manifestazione del sindacato oggi a Roma è stata senza ombra di dubbio una delle più importanti degli ultimi anni. Il suo stesso grado si importanza può essere rilevato in base ad una lunga serie di parametri eterogenei: da un lato potremmo parlare dell’importanza che la manifestazione può avere all’interno del sindacato stesso e dall’altro potremmo riflettere sulla rilevanza che l’organizzazione del sindacato può produrre sulla classe politica del nostro Paese in un momento economicamente e socialmente così particolare. Del resto si tratta della prima volta insieme a Roma sullo stesso palco dei tre principali sindacati italiani – Ggil, Cisl, Uil – da oltre 10 anni.

La ripresa dell’industria ad aprile

Che la situazione economica all’interno del nostro Paese sia assolutamente critica non è più ormai una notizia. O meglio non lo è dal punto di vista classico vale a dire laddove per notizia si fa riferimento in modo implicito e diretto ad una qualche novità. Diciamo invece che secondo il nostro punto di vista anche ogni annotazione, sia essa relativa ad un dato periodo di tempo o relativa anche ad un solo settore, e semmai anche di nicchia, che fotografi un dato momento l’andamento di un dato settore economico all’interno del nostro Paese rappresenta essa stessa una notizia.

Il decreto del fare

Il governo di unità nazionale del presidente del consiglio Enrico Letta si sta preparando in questi giorni al prossimo appuntamento europeo di indiscutibile rilevanza. Stiamo facendo riferimento, nella fattispecie, al prossimo vertice europeo in programma per il 27 di questo mese e in avvicinamento al quale il nostro presidente del Consiglio vuole arrivare preparato. E, in questo caso, la preparazione che Enrico Letta e la maggioranza vogliono approntare è una preparazione concreta sia nei toni che nella sostanza prova ne sia che è allo studio il cosiddetto decreto del fare.

La flessione dei consumi ad aprile

Che il nostro Paese stia pagando un prezzo altissimo in termini economici alla crisi è ormai sotto gli occhi di tutti. E che, lo stiano facendo ormai sempre più famiglie e sempre da più tempo è altrettanto palese. C’è però da dire anche un’altra cosa: se affermazioni del genere adesso non fanno più notizia a noi non sembra giusto, perché riteniamo un’annotazione assolutamente degna di nota anche, purtroppo, solo l’ennesimo aggiornamento al ribasso di una stima di crescita o anche l’ennesimo report negativo che testimoni un andamento sempre più depresso di un determinato settore dell’economia del nostro Paese.

Il rapporto di Confindustria sul manifatturiero

Il rapporto del centro studi di Confindustria è assolutamente allarmante nei suoi contenuti. Non si tratta di lanciare degli allarmismi da prima pagina, quanto piuttosto di sottolineare una volta ancora lo stato della crisi e le sue conseguenze tanto nel breve quanto nel medio e lungo periodo. Le quali, a quanto pare, appaiono preoccupanti in misura ancora maggiore. Del resto basta leggere anche a grandi linee i dati numerici che emergono dal rapporto del centro studi di Confindustria per comprendere che tutti gli indici sono paurosamente negativi.

L’allarme di Confindustria

Durissimo affondo del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi sull’attuale situazione economica del nostro Paese. E anche sul contesto politico in cui ci stiamo muovendo e ancor di più in cui ci siamo mossi negli ultimi mesi. A conti fatti il presidente degli industriali non le manda a dire sottolineando che le misure degli ultimi mesi si sono rivelate alla prova dei fatti assolutamente insufficienti e inutili nel combattere la terribile crisi che ci sta mettendo in ginocchio. Fino ad arrivare alla frase ad effetto che vede il Nord Italia pronto a cadere nel baratro della crisi.

L’industria in Italia

L’andamento dell’economia del nostro Paese è ormai in una spirale negativa da molti mesi, anzi, a questo punto, allo stato delle cose, possiamo dire da anni. E se volessimo provare a individuare quei settori che non risentono della crisi, o meglio, questi comparti dell’economia nazionale che appaiono leggermente più impermeabili alle conseguenze della fase recessiva in cui ci troviamo, faremmo fatica a contarli sulle dita anche di una sola mano. Ebbene, il settore industriale, a questo punto, non può che inserirsi nel solco delle predite.

Pil Italia in calo da sette trimestri

I dati pubblicati dall’Istat in merito all’andamento dell’economia all’interno del nostro Paese non lasciano ben sperare. In effetti un incipit del genere potrebbe essere lo stesso utilizzato già varie volte e già qualche mese in una serie di occasioni differenti. E se una considerazione del genere può da un lato essere una battuta amara, potrebbe dall’altro anche servirci da monito per aprire nuovamente gli occhi sul fatto che in seguito a tutti i cambiamenti – prima il governo tecnico del premier dimissionario Mario Monti, poi il vuoto post elettorale e adesso il governo di unità nazionale del premier Letta – sono le condizioni economiche del nostro Paese le più dure da cambiare.

La crisi del settore immobiliare in Italia

Un comparto della nostra economia nazionale è in forte calo: stiamo parlando del mercato immobiliare. Con una battuta dal retrogusto amaro potremmo dire che è in buona compagnia perché senza ombra di dubbio stiamo vivendo un ciclo economico di negatività completa e assoluta e si contano sulle dita di una sola mano i settori che appaiono impermeabili alla crisi, o, per lo meno, più resistenti agli assalti delle perdite (leggi: L’allarme della Cisl sulla cassa integrazione). Fatto sta che non è del settore immobiliare che possiamo parlare in questo contesto poiché i dati sono impietosi.