I saggi di Napolitano

di Redazione Commenta

 

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha provato a tirare il cilindro fuori dal cappello, come si è soliti dire in queste occasioni. Il Capo dello Stato, sia nelle dichiarazioni pubbliche che nelle sempre affidabili voci di corridoio che trapelano dal Quirinale, appare realmente preoccupato e guarda a questi giorni come ad uno dei periodi più difficili che la storia dell’Italia repubblicana ricorderà nei prossimi decenni. Di qui una vera e propria forzatura, una trovata del tutto nuovo e senza precedenti di sorta: una sorta di consiglio di saggi in grado di continuare le consultazioni, anche in seguito allo Scontro Grillo – Bersani dopo le consultazioni.

La funzione dei saggi: un governo di scopo

In effetti, prima di parlare di chi sono i saggi in questione in cui il Presidente della Repubblica ha riposto la massima fiducia possibile in un momento così difficile, occorre comprenderne la funzione. A conti fatti si tratta di un prolungamento del rito delle consultazioni (leggi anche: Consultazioni: il governo di Berlusconi) con una modalità assolutamente nuova e irrituale: di fatto non sarà né il Presidente della Repubblica né il Presidente del Consiglio in pectore a guidare le consultazioni ma un gruppo di tecnici. E, dunque, l’obiettivo dei saggi scelti da Napolitano è quello di trovare delle convergenze e dei punti comuni su cui i diversi schieramenti politici si diranno d’accordo. La loro mission, nei fatti, sarà continuare a consultare e a negoziare per evidenziare alcuni punti in comune su cui i partiti si mostreranno propensi alla formazione di un governo di scopo.

Chi sono i saggi

Se l’obiettivo è dunque quello di creare un governo di scopo che porti a casa almeno alcune riforme condivise, vediamo a chi si è affidato, anzi, a chi ha affidato le sorti del nostro Paese il Presidente Napolitano. Si tratta in primo luogo di due gruppi: il primo che si occupa di economia, il secondo che si dedica alle riforme giuridico-istituzionale. Per il primo gruppo, dunque, Napolitano ha proposto: Valerio Onida, Mario Mauro e Luciano Violante. Per il secondo gruppo invece, quello che si dedicherà alle riforme giuridico-istituzionali, i nomi fatti da Napolitano sono: Enrico Giovannini, Giovanni Pitruzzella, Salvatore Rossi, il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero Milanesi e gli onorevoli Fiancarlo Giorgetti e Filippo Bubbico.