
Conferenza di fine anno con Letta che affronta i temi più importanti

La scelta del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di nominare due gruppi di saggi è una scelta sui generis. Si tratta di una forzatura, o meglio di un precedente quasi unico nel suo genere in quanto si tratta di un’ennesima fase di consultazioni, ma portate vanti in modo assolutamente irrituale. A conti fatti, questa volta, nel nostro Paese, dopo le consultazioni del Capo dello Stato, dopo le consultazioni del Presidente del Consiglio che ha ricevuto l’incarico, adesso, le consultazioni saranno condotte da una decina di tecnici. Anche se formalmente non si tratterà di consultazioni ma di trattative punti di convergenza su cui i differenti partiti si diranno d’accordo a formare un governo di scopo.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha provato a tirare il cilindro fuori dal cappello, come si è soliti dire in queste occasioni. Il Capo dello Stato, sia nelle dichiarazioni pubbliche che nelle sempre affidabili voci di corridoio che trapelano dal Quirinale, appare realmente preoccupato e guarda a questi giorni come ad uno dei periodi più difficili che la storia dell’Italia repubblicana ricorderà nei prossimi decenni. Di qui una vera e propria forzatura, una trovata del tutto nuovo e senza precedenti di sorta: una sorta di consiglio di saggi in grado di continuare le consultazioni, anche in seguito allo Scontro Grillo – Bersani dopo le consultazioni.
Bersani vuole governare, Napolitano è titubante e le altre forze politiche sono in attesa di nuovi sviluppi. Il rito delle consultazioni di è ormai concluso, ma a quanto pare, le difficoltà che sulla carta si erano, in maniera intuibile, già previste prima dell’avvio delle consultazione non si sono dipanate. Perché la matassa è ingarbugliata, il Paese è indiscutibilmente fermo e la fase di stallo, tendenzialmente una fase di passaggio che caratterizza tutti i periodi immediatamente successivi alle elezioni politiche, questa volta è più lunga del previsto.
La dichiarazione è stata resa da Silvio Berlusconi a Bruno Vespa ed è riportata integralmente nel libro “Nel segno del Cavaliere”, scritto dal giornalista e in uscita in tutte le librerie. La breve anticipazione delle parole di Silvio Berlusconi è contenuta in una nota diffusa tramite le principali agenzie di stampa, ma a quanto pare ci sono dei piccoli errori, almeno secondo quanto sostiene lo stesso premier.
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