Anche Romano Prodi si schiera nella sua Bologna in merito al finanziamento alle scuole paritarie. L’ex presidente del Consiglio e, con una battuta, potremmo definirlo anche come l’attuale Presidente della Repubblica mancato, si dice a favore del finanziamento pubblico alle scuole paritarie e mette la sua voce in quella che ha tutti i crismi per essere definita una battaglia politica vecchio stile. Del resto, anche la cornice, cioè la città di Bologna, sembra il luogo ideale di un ritorno al passato nella contesa politica in un contesto nazionale comunque difficilissimo (leggi anche: L’industria in Italia).
Gli schieramenti
Ma, come è nostra ormai consolidata buona abitudine, procediamo con ordine e cominciamo dai fatti. Il nostro riferimento va ad una votazione che sta passando forse un po’ inosservata al livello nazionale complice, in maniera probabile, la concomitanza con le elezioni nella capitale. Fatto sta che a Bologna, domenica la città è chiamata a votare ad un referendum consultivo in merito alla questione del finanziamento pubblico alle scuole paritarie. I fronti sono due, ovviamente dato che si tratta di un referendum: da un lato il sì ai fondi di provenienza dello Stato alle scuole paritarie, dall’altro l’abolizione. Gli schieramenti sono semplici da leggere: per il sì si sono mossi Partito Democratico, Popolo della Libertà, Udc, Cisl e Cei; per l’abolizione ai fondi ci sono Sel, Movimento a Cinque Stelle, associazionismo e intellettuali liberi (come ad esempio Andrea Camilleri, Margherita Hack, Sabina Guzzanti e altri).
Il PD e Romano Prodi
Il Partito Democratico, una volta ancora, coglie l’occasione per offrire il fianco alle correnti interne e alle differenti fazioni. Perché se in modo ufficiale è schierato contro gli organizzatori del referendum e si appresta a votare per il mantenimento dei fondi pubblici di provenienza statale, è altrettanto vero che altre personalità di sinistra, al di qua e al di là del recinto della politica, hanno mostrato posizioni opposte. E pensiamo sia a Rodotà che a Guccini, entrambi favorevoli all’abolizione. Prodi, invece, voterà per utilizzare le risorse finanziarie per le scuole paritarie per non bocciare un accordo che rimane in piedi con buoni risultati ormai da tanti anni nonostante la crisi di questi tempi (leggi anche: Il ministro Giovannini sulla disoccupazione giovanile).