Il presidente Giorgio Napolitano ha firmato il decreto incentivi.
Napolitano ha firmato il dl in quanto contenente disposizioni di indubbia utilità, come quelle relative al contrasto all’evasione fiscale e al reperimento di nuove risorse finanziarie.
La firma è arrivata un po’ controvoglia e a denti stretti come si suol dire, ma non si poteva sicuramente correre il rischio di far cadere l’emendamento.
Il presidente, sebbene il decreto incentivi sia stato modificato in maniera pensate, ed aggravato da numerose disposizioni eterogenee, serve all’Italia.
Napolitano ha firmato nonostante ci fosse abbastanza materia di bocciatura e perchè il rinvio parziale non è previsto dalla Costituzione italiana.
Napolitano ha però voluto farsi sentire, infatti ha dichiarato che una situazione simile non si verificherà più, e la prossima volta eserciterà le sue prerogative. Il presidente della Repubblica ha anche scritto una dettagliata lettere di spiegazioni a Berlusconi, Schifani e Fini.
Nelle accuse mosse da Napolitano si legge che il decreto, nato solo per la repressione delle frodi fiscali, la riscossione tributaria e gli incentivi al sostegno della domanda e delle imprese, si è trasformato in un maxiemendamento sul quale il governo ha posto la questione di fiducia.
Questa tecnica, criticata sempre dai presidenti della Repubblica, viola la legge 400 del 1988 e quella possibile dell’articolo 77 della Costituzione.