Il referendum sull’articolo 18

di Gianni Puglisi Commenta

Ha preso definitivamente il via, a pochi giorni dalla definitiva approvazione della Corte di Cassazione, la campagna referendaria inerente, come certamente saprete, il mercato del lavoro.

Ha preso definitivamente il via, a pochi giorni dalla definitiva approvazione della Corte di Cassazione, la campagna referendaria inerente, come certamente saprete, il mercato del lavoro.

RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

Quest’ultimo, ampiamente modificato sia dalla legge finanziaria del 2011, approvata dal Governo Berlusconi IV ad agosto 2011, e dalla riforma del mercato del lavoro del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, non starebbe ancora funzionando a dovere e, nonostante la certezza dei legislatori della bontà del proprio operato, ancora oggi gli effetti pronosticati stenterebbero a rivelarsi.

RIFORMA DEL WELFARE 2012

Da qui l’idea, promossa dal comitato Io lotto per il diciotto, di provare a modificare, ulteriormente le normative inerenti codesto particolare settore così da renderle maggiormente simili a quelle precedenti le su indicate riforme che, almeno in parte e nelle intenzioni dei promotori della campagna referendaria, dovranno venir definitivamente abrogate.+

RIFORMA DEL LAVORO SFATA IL MITO DELL’ARTICOLO 18

Quest’ultima, come forse saprete, riguarderebbe il ripristino della tutela dei lavorati in caso di licenziamento ed il ripristino dei diritti minimi ed universali dei lavoratori.

In particolar modo, dunque, i due quesiti referendari oggi alla nostra attenzione dovrebbero riguardare:

  • il ripristino dell’articolo 18 nella sua formulazione originaria in tema di tutela in caso di licenziamenti;
  • il ripristino dei diritti minimi e universali previsti dal contratto nazionale di lavoro, a sua volta abrogato dall’articolo 8 della manovra finanziaria del precedente Governo (decreto legge n.138 del 2011).

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