Ruby, la requisitoria dell’accusa

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Nuova puntata oggi al Palazzo di Giustizia di Milano per quanto riguarda il Rubygate. O meglio, per essere precisi, oggi non c’è stata nessuna udienza in merito all’iter processuale di quel filone di indagini che viene dai cronisti di tutti Italia sintetizzato come il Rubygate. Di fatto per Rubygate di solito si fa riferimento al processo che vede principale imputato l’ex presidente del consiglio e attuale leader del Popolo della Libertà e della coalizione di centrodestra Silvio Berlusconi. Quel processo insomma, per intenderci, cui vanno ascritte le ultime dichiarazioni rese da Ruby volte a ritrattare tutte le precedenti deposizioni (leggi: Processo Ruby: il giorno di Karima).

Il pm Sangermano

Oggi, invece, c’è stata udienza in merito al processo in cui alla sbarra non c’è Silvio Berlusconi ma ci sono Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. L’udienza prevista per oggi dal calendario giudiziario fissato qualche mese è quella affidata alla pubblica accusa nella persona del pm Antonio Sangermano. Il punto principale della requisitoria del pubblico ministero Sangermano ruota una volta ancora intorno all’età di Ruby, al secolo Karima El Mahroug, all’epoca dei fatti (vale a dire all’epoca delle sue cene ad Arcore a casa dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il punto su cui batte l’accusa è che gli imputati del processo (Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti) non potevano non sapere che Ruby fosse minorenne (leggi anche: Rubygate: la requisitoria della Boccassini).

L’opinione pubblica e la politica

Nella seconda parte della sua arringa, di contro il pm Antonio Sangermano inizia anche a toccare argomenti differenti che, non spetta a noi un commento del genere sia ben chiaro, ma sembrano travalicare la pura e semplice ricostruzione dei fatti ai fini processuali. Nella fattispecie ci stiamo riferendo ad una serie di excursus in cui la pubblica accusa sottolinea come l’opinione pubblica, o meglio, come una parte dell’opinione pubblica sia convinta che loro stiano facendo un processo sulla condotta di vita di Berlusconi andando così ad intaccare la sfera privata del leader del Popolo della Libertà con chissà quale scopo recondito.