Povertà dilagante in Italia

di Gianni Puglisi Commenta

Come guardare alla povertà ed interpretare i dati Istat.

Una ricerca condotta dall’Istat e pubblicata nel corso dell’estate avrebbe dimostrato come, in Italia, vi sia un serio problema di povertà dilagante, giunta ormai a sfiorare costantemente l’11% delle famiglie e che non accenna a ridimensionarsi.

Il problema, dunque, è reale e consolidato sebbene si possa dire, a nostro vantaggio, come la situazione sia rimasta invariata, a differenza di quanto avvenuto negli altri paesi europei, anche nel corso della Grande Crisi del post-crack Lehman.

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Nonostante questo, però, come ha precisato a sottolineare il governo a suo tempo, bisognerebbe fare, così come avviene per qualsiasi statistica, gli opportuno distinguo ed interpretare i dati che affermano, se osservati minuziosamente, come il vero problema sia da ricercarsi all’interno dei nostri stili di vita e non già, o non solo, all’interno delle tematiche finanziarie o delle questioni inerenti il valore reale degli stipendi.

Vi è infatti da far notare al lettore come, da circa 30 anni a questa parte, il paniere Istat si sia costantemente rivalutato arrivando ad includere beni, ovviamente di utilizzo quotidiano e comune, ordinari e ormai considerati normali, una volta assolutamente impensabili o, comunque, dal costo medio decisamente inferiore.

COME GUADAGNARE

A mo’ d’esempio potremmo citare il caso della macchina.

Chi di noi, oggi, considererebbe anormale possedere un’autovettura? O, ancora e più precisamente, chi considererebbe anormale possedere una vettura dotata di qualche optional (tra i quali citiamo, semplicemente, il banale servosterzo, ormai di serie su tutti i modelli di ogni marca)?

Eppure, 30 anni fa, questi accessori erano veramente considerati accessori, ovverosia aggiuntivi ed inutili, impensabili appunto e, non essendo quasi mai presenti, facevano si che le macchine avessero un costo medio più basso rispetto a quello odierno (avendo già preso in considerazione, nella nostra analisi, la questione dell’inflazione).

COME RISPARMIARE

Succede così che, sebbene anche gli stipendi si siano rivalutati, non si siano affatto adeguati, proprio in considerazione del fatto che analisi come la precedente vengono spesso ignorate.

Cosa significa tutto ciò? Che stiamo meglio, come popolazione, poiché è qualitativamente migliorato il paniere dei beni considerati normali sebbene, impercettibilmente, sia migliorato (e dunque abbia acquisito un costo) tanto da poter essere considerato inarrivabile per uno stipendio medio.

La conclusione, dunque, al di là delle tematiche sociali, che sempre sono pressanti e sempre dovrebbero venir prese in considerazione, e sulle quali si dovrebbe, come comunità, fare molto di più, può essere solo una e cioè quella che pensiamo di essere più poveri poiché è cambiata, radicalmente, la percezione di ciò che ci fa stare bene.