Accordo di Pomigliano esteso ad ogni stabilimento Fiat

Secondo Sergio Marchionne, l’attuale amministratore delegato della Fiat, il nuovo contratto di lavoro dei dipendenti dell’azienda del Lingotto che ricalca, in parte, l’accordo di Pomigliano estendendolo, però, ad ognuno dei molti stabilimenti italiani, rappresenta un atto di coraggio che rompe con il passato incentivando, in egual modo, sia la produttività che i lavoratori e gli impianti più meritevoli di riconoscimento.

Naturalmente i sindacati di categoria, per bocca dei rappresentanti nazionali Camusso e Bonanni, si sono detti fortemente contrari ad un accordo che, lungi dal tutelare, sotto qualsiasi forma, il dipendente operaio, estende senza discriminanti la tragica realtà di Pomigliano ad ogni realtà industriale facente capo a Fiat sino al 31 dicembre 2012, in concomitanza con la scadenza del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei Metalmeccanici.

Fiom motivazioni del no all’accordo su Pomigliano

La Fiom-Cgil è stata l’unica sigla sindacale a non aver firmato l’accordo tra Fiat ed i sindacati per quanto riguarda il rilancio dello stabilimento di Pomigliano d’Arco.

Tuttavia la Fiom stessa ritiene che la gente non sia stata informata su quanto realmente accaduto.

Il segretario generale Maurizio Landini ha così deciso di scrivere una lettera ai maggiori organi di stampa, spiegando le motivazioni che hanno fatto optare per il no la Fiom.

Pomigliano d’Arco accordo senza Fiom

Nella giornata di ieri è stato firmato l’accordo tra la Fiat e i sindacati, per quanto riguarda il difficile tema dello stabilimento dell’azienda torinese a Pomigliano d’Arco, anche se non c’è stata la firma della Fiom (Federazione Impiegati Operai Metallurgici).

Si può parlare dunque di un accordo separato, con le sigle Fim, Uilm, Fismic e Ugl che hanno sottoscritto il nuovo documento presentato dall’azienda del Lingotto torinese.