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Adiconsum contro il monopolio del settore aereo

Adiconsum è da sempre in guerra con le compagnie aeree, per i loro modi di comportarsi e soprattutto per il modo di utilizzare i fondi dei contribuenti.

Secondo Pietro Giordano, Segretario Nazionale Adiconsum, non è possibile che esistano ancora monopoli sul traffico aereo, soprattutto quando ad essere il monopolista è una compagnia low cost, come per esempio RyanAir, che sta sempre guadagnando più spazio in Italia, e che in casi limite come quello di Trapani, ha l’esclusiva sull’aeroporto.

Rimborso per voli in ritardo di tre ore

Dopo l’approvazione dell’aumento delle tariffe aeroportuali, arriva una sentenza positiva della Corte di Giustizia Europea ha stabilito un’importante regola per quanto riguarda i ritardi aerei, in particolar modo per quanto riguarda i ritardi dovuti alla cancellazione del volo precedentemente prenotato.

In sostanza viene deciso che se il volo arriva a destinazione con 3 o più ore di ritardo, i passeggeri hanno diritto al rimborso da parte della compagnia aerea, anche se in realtà non vi è stata alcuna cancellazione ma solamente un ritardo.

Cipe approva aumento tariffe aeroportuali

Solo pochi giorni fa vi parlammo della prese di posizione di Adiconsum, che pretendeva che fossero le compagnie aeroportuali a contribuire in larga parte al miglioramento delle condizioni degli aeroporti, utilizzando risorse proprie.

Ebbene, questo appello non sembra stato essere molto ascoltato infatti è notizia di poche ore fa la decisione da parte del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) di aumentare le tariffe aeroportuali, al fine di migliorare le condizioni degli scali italiani.

Le compagnie aeree devono contribuire con risorse proprie

Il Decreto Matteoli che vorrebbe l’aumento delle tariffe aeroportuali a carico dei passeggeri, come sappiamo non è ben visto dalle associazioni a tutela dei consumatori, infatti sembra un po’ assurdo dover far pagare una tassa extra ai passeggeri per poter andare finalmente a costruire e modernizzare le infrastrutture degli aeroporti italiani.

Adiconsum si è espressa a tal proposito, dicendo che le società aeree potrebbero e dovrebbero contribuire con fondi proprio al miglioramento delle condizioni degli aeroporti.

Adiconsum contro l’aumento delle tariffe negli aeroporti

Adiconsum si fa sentire in quella che è una lotta che continua da mesi e pensiamo andrà avanti ancora molto con le compagnie aeree italiane.

La questione è semplice: le compagnie aeree hanno alzato i prezzi di cifre che vanno da 1 a 3 euro per uno sviluppo degli aeroporti che si concretizzerà forse nel 2040, cioè fra 30 anni e ovviamente l’associazione a tutela dei consumatori non ci sta e promette guerra al fine di risarcire i clienti “derubati”.

Crisi nei trasporti aerei

Al contrario di quanto avviene in altri ambiti, il settore dei trasporti aerei sta tuttora vivendo sulla propria pelle la crisi globale, e le previsioni per la ripresa sono ancora remote e poco affidabili.

In effetti, oltre agli effetti a catena della crisi finanziaria planetaria e i riflessi pesantissimi sul potere d’acquisto dei viaggiatori, si devono assommare altri due fattori: l’impennata spaventosa dei prezzi dei prodotti petroliferi dell’estate 2008, che di fatto ha anticipato la crisi (almeno per quanto concerne i trasporti) e il temuto esplodere della pandemia di influenza A, che rischia di prolungarne gli effetti ancora a lungo.

Adiconsum propone una multa di 500 euro per ogni bagaglio perso dalle compagnie aeree

Adiconsum si sta muovendo in prima persona per quello che è un problema sempre in crescita purtroppo, ossia quello che riguarda la perdita dei bagagli da parte delle compagnie aeree, che forniscono un servizio di stiva dei bagagli insufficiente rispetto ad altre nazioni.

Paolo Landi, Segretario Generale Adiconsum, ha dichiarato che questo è un problema da risolvere al più presto, proponendo l’introduzione di una multa da 500 euro per ogni bagaglio perduto, oltre ovviamente a quanto previsto dalla legge per danni materiali e da vacanza rovinata.

Alitalia, molti i punti in sospeso

Sebbene la vertenza sui piloti abbia catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica, in realtà la difficile transazione che vede coinvolte in prima linea Alitalia, CAI, Governo e sigle sindacali deve districarsi fra diverse questioni di cui al momento la soluzione non appare ancora a portata di mano.

Per esempio, deve ancora trovare un definitivo chiarimento la travagliata questione del partner estero, cui dovrebbe essere affidata una quota di minoranza della nuova compagnia, fra il 10 e il 20% dell’azionariato, al fine di conferire solidità e credibilità alla nuova azienda senza togliere quella patente di italianità cui il Governo tiene tantissimo. Non si sa ancora però chi la spunterà nell’eterna lotta fra Lufthansa e Air France; e non si può nemmeno escludere che dal cilindro salti fuori un terzo concorrente ancora nell’ombra.

Alitalia, continua il braccio di ferro

Non accenna ad arrestarsi lo scontro fra i vertici della Compagnia Aerea Italiana guidata da Roberto Colaninno e le quattro (ANPAV si è dissociata) sigle autonome di piloti e assistenti di volo. Queste ultime da alcuni giorni hanno rifiutato di sottoscrivere l’accordo raggiunto fra la CAI e i sindacati confederali e minacciano una protesta ad oltranza.

Tuttavia, sembra che Colaninno non ne sia intimorito. Il patron della Piaggio si dichiara intenzionato ad andare avanti comunque con i lavoratori favorevoli al progetto e ha dichiarato che non si siederà più ad alcun tavolo con i sindacati di base: i piloti e gli assistenti di volo saranno convocati individualmente e si tratterà con ognuno di loro individualmente.

Piloti e Colaninno ai ferri corti

Piloti e assistenti di volo, che già si erano rivelati i più irriducibili nella faticosa trattativa di inizio autunno, hanno dunque disseppellito l’ascia di guerra.

Le loro rappresentanze autonome (Anpac, Up, Avia, Anpav e Sdl) hanno rifiutato di firmare il contratto già sottoscritto dalla CAI e dai sindacati confederali.