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Marini pronto per il Quirinale

Ai nastri di partenza ci sono tutti. Deputati, senatori e grandi elettori di nomina regionale che, come prescrive la nostra Costituzione, sono da già da qualche ora riuniti in seduta comune per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Il tempo delle trattative sotterranee è finito e al momento le carte sono quasi tutte scoperte. Come, del resto, anche nella giornata di ieri la ridda di nomi delle ultime ore è andata via via chiarendosi. E se ieri mattina il favorito sembrava Giuliano Amato (leggi: Amato in pole per il Quirinale), gli equilibri della serata si sono spostati tutti a favore di Franco Marini.

L’incontro Renzi – D’Alema

 

L’incontro di ieri tra Massimo D’Alema e Matteo Renzi non è passato di certo inosservato. E, di certo, non doveva passare inosservato perché entrambi ci tenevano a farsi intercettare dalla consueta folla di cronisti e di telecamere. Anche se l’incontro tra Renzi e D’Alema era stato fissato da tempo, ad ogni modo, ha conquistato significati maggiori delle previsioni proprio per il momento in cui si è verificato, vale a dire il momento di maggior tensione tra il primo cittadino del capoluogo toscano e il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani.

Scontro Renzi – Bersani sulla corsa al Quirinale

La corsa al Quirinale si intreccia sempre più con gli altri filoni della vita politica del nostro Paese. E, in questo momento in cui il Partito Democratico rischia come mai prima d’ora la deflagrazione dall’interno, anche la questione dei grandi elettori diventa terreno di scontro tra il segretario e leader della colazione di centrosinistra Pierluigi Bersani e il sempre più lanciato Matteo Renzi. Che i due non abbiano mai messo via l’ascia di guerra è cosa evidente da sempre nelle segrete stanze del Partito Democratico, ma è altrettanto vero che i contrasti, adesso, si fanno sempre più pubblici.

Le difficoltà del PD

 

Le spaccature all’interno del Partito Democratico sono ormai sempre più visibili. E rappresentano, al momento e allo stato delle cose, una ferita che appare difficilmente rimarginabile. O meglio, una ferita rimarginabile sì, ma a caro prezzo, vale a dire con lo spettro della scissione oppure con la capacità gestionale di sopportare sempre più frequenti fronde interne.

Scissione Renzi – Bersani ?

Possibilità di scissione all’interno del Partito Democratico. I due uomini forti, da un lato il sindaco di Firenze Matteo Renzi, dall’altro il leader del partito e della coalizione di centrosinistra Pierluigi Bersani, non vanno più d’amore e d’accordo come accadeva qualche tempo fa. O come, forse, nei fatti, a ben guardare, non è mai accaduto, anche se, per il bene del Partito Democratico e per far salva la coesione del partito, mai era stato fatto trapelare. Le incomprensioni ci sono sempre state e non è difficile immaginare che i due continueranno ad avere stili e proposte differenti: più difficile immaginare fino a quando faranno parte dello stesso partito.

Renzi sulla paralisi del Paese

Di nuovo Matteo Renzi alla ribalta. Dal punto di vista formale a parlare è il sindaco di Firenze, il primo cittadino del capoluogo toscano uscito sconfitto dalle primarie interne al Partito Democratico per mano di Pierluigi Bersani. Eppure, in più di un’occasione, il nome di Renzi è stato riproposto per far guadagnare qualche punto di consenso al Partito Democratico durante queste settimane di paralisi istituzionale (è passato ben più di un mese ormai dalle elezioni del 24 e del 25 febbraio). Nella fattispecie il messaggio di Matteo Renzi è molto semplice: si tratta di un invito rivolto a tutta la classe politica italiana a risolvere quanto prima la paralisi post elettorale.

Le difficoltà di Bersani e il ruolo di Renzi

I problemi per il leader del Partito Democratico Pierluigi Bersani non si sono esauriti di certo quando ha ottenuto l’incarico dalle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A dire il vero, potremmo che i suoi problemi, se non aumentati, si sono per lo meno resi più pubblici in quanto ormai è lo stesso Bersani che dovrà salire al Quirinale giovedì prossimo. E’ in pratica dall’inizio de Le consultazioni di Bersani che, con una metafora a lui tanto cara soprattutto durante le fasi più calde della scorsa campagna elettorale, è rimasto con il cerino in mano.

Renzi, il PD e nuove elezioni

La figura più di spicco nelle ultime settimane all’interno del Pd è Matteo Renzi. In effetti la coincidenza ci deve lasciar pensare e deve fare aprire gli occhi a tutti coloro che si interessano di politica, e che abbiano votato per il Pd e che abbiano votato diversamente. A conti fatti, questi, dovrebbero essere i giorni di Pierluigi Bersani che, fino a prova contraria, una maggioranza l’ha ottenuta. Molto più risicata rispetto alle previsioni, sue e dei suo avversari, molto legata al criterio di ripartizione del premio di maggioranza della legge elettorale attualmente in vigore, ma pur sempre una maggioranza.

Il Pd dopo le elezioni: Renzi per le consultazioni?

La situazione all’interno del Partito Democratico all’indomani delle elezioni è confusionaria. Non si tratta di un giudizio di valore, nel senso che non stiamo criticando un’organizzazione farraginosa e in alcuni punti visibilmente lacunosa, quanto piuttosto stiamo fotografando dall’esterno come i numeri, forse forse, ci sono anche, ma metterli sul campo in una formazione affidabile sarebbe impresa ardua anche per il più navigato tra i commissari tecnici.

Che fine faranno i due euro donati alle primarie del centrosinistra

 Domenica, al primo turno delle primarie di centrosinistra, per partecipare si dovevano donare un minimo di due euro, e molti, tra votanti e non, si sono chiesti che fine avrebbero fatto quei soldi. In rete scovo un intervista fatta da L’Espresso a Sergio Boccadruti, tesoriere di Sinistra Ecologia e Libertà, ma anche membro del Coordinamento Nazionale “Italia Bene Comune”, il quale prova a chiarire alcuni dubbi legittimi.

► PRIMARIE CENTROSINISTRA VANNO AL BALLOTTAGGIO RENZI E BERSANI 

Primarie centrosinistra vanno al ballottaggio Renzi e Bersani

 Il primo turno delle primarie del centro sinistra tenutosi ieri, non ha ancora un vincitore, non essendoci stato il fatidico 50% + 1 di voti raggiunti da nessuno dei 5 candidati. L’appuntamento democratico ieri ha visto la partecipazione in tutta Italia di più di 3 milioni di persone che hanno sottoscritto la carta d’intenti Italia bene comune ( www.primarieitaliabenecomune.it ) e donato ben 2€.

Programma elettorale Renzi PD 2012

Cresce l’attesa in vista delle primarie del centrosinistra. Questo è il programma di Matteo Renzi, attuale sindaco di Firenze, che viene indicato come uno dei favoriti alla vittoria finale.

Secondo Renzi, l’Italia riuscirà a superare l’attuale momento di crisi perchè è storicamente dimostrato che, in tutte le epoche, l’inventiva e le capacità degli italiani hanno sempre saputo risolvere le situazioni delicate. Per Renzi, prima di tutto bisogna salvare quello che già c’è e funziona come i Comuni, che nonostante le difficoltà continuano ad assicurare servizi ai cittadini, le imprese, che hanno saputo ridisegnarsi nel momento di crisi, il terziario, che offre ancora oggi grandi possibilità d’investimento e le fasce più deboli, alle quali bisogna restituire potere d’acquisto.