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Grillo contro Napolitano e Bersani

Giornata piena quella di ieri per Beppe Grillo e il suo entourage che corrisponde a una domenica movimentatissima per tutto il Movimento a Cinque Stelle. In effetti dopo l’opposizione ferma nell’Aula di Montecitorio alla rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica per la seconda volta consecutiva, era palese aspettarsi i fuochi d’artificio da parte dei grillini anche nella giornata di ieri. E, con le sue dichiarazioni, Beppe Grillo non ha lasciato nessuno a bocca asciutta: seguaci, oppositori, cronisti, addetti ai lavori e non hanno avuto il nuovo comizio dell’ex comico ligure.

Le dimissioni di Bersani

Difficile immaginare un’elezione del Presidente della Repubblica così sanguinosa. Le difficoltà erano palesi, il Paese spaccato e caduto in una paralisi istituzionale senza precedenti poteva far presagire un cammino irto di asperità, ma non fino a questo punto. La deflagrazione c’è stata ieri sera ed è stato un processo veloce: prima i voti non sufficienti a Romano Prodi per salire al Quirinale – eravamo alla quarta votazione e quindi era sufficiente la maggioranza semplice, vale a dire il 50% più uno degli aventi diritto – e poi il passo indietro di Bersani.

Marini pronto per il Quirinale

Ai nastri di partenza ci sono tutti. Deputati, senatori e grandi elettori di nomina regionale che, come prescrive la nostra Costituzione, sono da già da qualche ora riuniti in seduta comune per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Il tempo delle trattative sotterranee è finito e al momento le carte sono quasi tutte scoperte. Come, del resto, anche nella giornata di ieri la ridda di nomi delle ultime ore è andata via via chiarendosi. E se ieri mattina il favorito sembrava Giuliano Amato (leggi: Amato in pole per il Quirinale), gli equilibri della serata si sono spostati tutti a favore di Franco Marini.

Amato in pole per il Quirinale

Non c’è più tempo per le trattative sotterranee nella corsa al Quirinale. Ormai siamo agli sgoccioli e tra qualche giorno conosceremo chi sarà il nuovo inquilino di Palazzo del Quirinale per i prossimi sette anni. A conti fatti le priorità intorno a cui la classe politica intera del nostro Paese sta concentrando la propria attenzione e la propria attività sono, al momento, due: l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica da un lato, la formazione del nuovo governo dall’altro. Ma la prima, al momento, è di gran lunga la più pressante.

Quirinale: intesa Monti – Bersani

Un nuovo fronte di trattativa si apre per quanto riguarda l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Del resto, siamo ormai agli sgoccioli per l’avvio delle procedure che decideranno chi sarà il nuovo inquilino di Palazzo del Quirinale ed è quindi intuibile che le trattative si fanno adesso più serrate. Nelle ultime settimane sono stati Berlusconi e Bersani, rispettivamente leader del Partito Democratico e del Popolo della Libertà, a tirare le fila del discorso, eppure, nella giornata di ieri, ha parlato Monti.

Quirinale: la rosa del PD

La fine del mandato di Giorgio Napolitano si avvicina, le dichiarazioni dell’attuale Presidente della Repubblica sono limpide in merito all’esclusione categorica di un possibile, anche se difficilmente proponibile anche solo dal punto di vista del diritto costituzione, Napolitano – bis, e l’elezione del nuovo Capo dello stato si avvicina. Tutto ciò in un contesto per altro assai difficile in cui le ultime mosse del Quirinale sono state mosse interlocutorie e infruttuose, cioè l’incarico a Bersani prima e la nomina dei dieci saggi dopo.

Scontro Berlusconi – Bersani sul governissimo

Prove sempre più difficili di dialogo tra Berlusconi e Bersani. Con l’inserimento di Beppe Grillo e del suo Movimento a Cinque Stelle che il prossimo Presidente della Repubblica lo vuole scegliere su internet. Nulla di più complesso in questo frangente della vita politica del nostro Paese: e nulla di più inutile proprio in un momento come questo laddove le parole d’ordine dovrebbero essere serietà e rapidità. Fatto sta che sono passati quasi due mesi dalle elezioni del 24 e del 25 febbraio e l’incertezza impera ancora.

Patto segreto Berlusconi – Bersani

L’intesa tra Berlusconi e Bersani non è più solo un’ipotesi sulla carta, ma tanti sono gli indizi che lasciano pensare gli addetti ai lavori e non. In effetti, le posizioni che stanno mantenendo il leader del Partito Democratico e della coalizione di centrosinistra da un lato, e il leader del Popolo della Libertà e della coalizione di centrodestra dall’altro, sono solo apparentemente inconciliabili. E, dato ancor più rilevante, si tratta di posizioni che nel corso delle ultime settimane vanno via via avvicinandosi: basti pensare alle dichiarazioni immediatamente successive alle elezioni del 24 e 25 febbraio e a quanto accaduto negli ultimissimi giorni.

L’incontro Renzi – D’Alema

 

L’incontro di ieri tra Massimo D’Alema e Matteo Renzi non è passato di certo inosservato. E, di certo, non doveva passare inosservato perché entrambi ci tenevano a farsi intercettare dalla consueta folla di cronisti e di telecamere. Anche se l’incontro tra Renzi e D’Alema era stato fissato da tempo, ad ogni modo, ha conquistato significati maggiori delle previsioni proprio per il momento in cui si è verificato, vale a dire il momento di maggior tensione tra il primo cittadino del capoluogo toscano e il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani.

Scontro Renzi – Bersani sulla corsa al Quirinale

La corsa al Quirinale si intreccia sempre più con gli altri filoni della vita politica del nostro Paese. E, in questo momento in cui il Partito Democratico rischia come mai prima d’ora la deflagrazione dall’interno, anche la questione dei grandi elettori diventa terreno di scontro tra il segretario e leader della colazione di centrosinistra Pierluigi Bersani e il sempre più lanciato Matteo Renzi. Che i due non abbiano mai messo via l’ascia di guerra è cosa evidente da sempre nelle segrete stanze del Partito Democratico, ma è altrettanto vero che i contrasti, adesso, si fanno sempre più pubblici.

Accordo Berlusconi – Bersani sul Quirinale

I margini per l’accordo tra Berlusconi e Bersani ci sono. E’ questa, nei fatti, la notizia più importante della giornata politica di ieri che ha vissuto un incontro nel pomeriggio tra il segretario del Partito Democratico e leader della coalizione di centrosinistra Pierluigi Bersani e il suo dirimpettaio Silvio Berlusconi, leader del Popolo della Libertà e della coalizione di centrodestra. Si è trattato di un incontro non ufficiale e neanche risolutivo, ma, ad ogni modo, si è aperto in modo pubblico il dialogo tra le due coalizioni.

No alle commissioni permanenti

Nell’ambito della complessa agenda politica del nostro Paese, un nuovo focus intorno a cui si sta concentrando il dibattito negli ultimissimi giorni è quello che ruota intorno alle commissioni parlamentari. In effetti l’innesco della nuova polemica in merito al ruolo e alla minaccia di occupazione delle commissioni parlamentari lo hanno acceso i grillini con le dichiarazioni incendiarie dei capigruppo del Movimento a Cinque Stelle alla Camera e al Senato Roberta Lombardi e Vito Crimi.