Piccole province a rischio abolizione

di Gianni Puglisi Commenta

La manovra del governo potrebbe portare all'abolizione di ben nove province, ossia quelle al di sotto dei 220.000 abitanti che non fanno..

La manovra del governo potrebbe portare all’abolizione di ben nove province, ossia quelle al di sotto dei 220.000 abitanti che non fanno parte di una regione a statuto speciale e che non confinano con stati esteri.

In base ai dati diffusi dall’Istat, relativi alla popolazione residente nel 2008, le province che verrebbero abolite sono: Biella (187 mila abitanti), Massa Carrara (203 mila abitanti), Ascoli Piceno (212 mila), Fermo (176 mila), Rieti (159 mila), Isernia (88 mila), Matera (203 mila, Crotone(173 mila) e Vibo Valentia (167 mila).


Quella appena indicata è però una lista provvisoria, i parametri in base ai quali verrà determinato il numero di abitanti non sono ancora stati diffusi, si prevede infatti che se i dati da prendere in considerazione non sono quelli dell’Istat le province da abolire potrebbero essere altre.


Sull’abolizione delle province non è però assolutamente d’accordo il Pd, secondo cui i parametri per determinare le province da abolire sono stati fissati in maniera tale da preservare quelle di interesse di alcuni politici che lavorano a questo progetto. Secondo il Pd, in particolare, è alquanto strano che la soglia di 220.00 abitanti sia leggermente inferiore a quella della provincia di Asti (220.156 abitanti) presieduta da Maria Teresa Armosino. Analogo discorso anche per Sondrio (182.084 abitanti) città di cui è originario Tremonti, salvata perchè confina con uno stato straniero.

Tuttavia, si sono mostrati contrari alla norma non solo gli esponenti dell’opposizione ma anche alcuni membri del Pdl, potenzialmente danneggiati dall’abolizione delle province, tra questi soprattutto il sindaco di Rieti Giuseppe Emili.