Elsa Fornero interviene al Meeting di CL a Rimini

Dopo il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti e del Ministro dello Sviluppo Economico, dei Trasporti e delle Infrastrutture Corrado Passera è stata la volta del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero di intervenire al Meeting di Comunione e Liberazione che, come certamente saprete, sarebbe ancora in corso di svolgimento a Rimini.

CGIL e Confindustria contro la “macelleria” sociale

In un’Italia profondamente ferita, alla quale la medicina proposta dall’impietoso medico Mario Monti potrebbe sembrare di gran lunga ben più amara e dolorosa che non la patologia stessa, potrebbe anche accadere che due storici arci – nemici quali Susanna Camusso e Giorgio Squinzi, l’una a capo del sindacato più importante ed influente d’Italia, l’altro a capo degli industriali italiani, si trovino d’accordo nel criticare il decreto Spending review varato dal Governo Monti.

I punti critici della riforma del lavoro

Nonostante un’intesa tra il Governo Monti e i partiti della maggioranza sia stata informalmente trovata, la riforma del lavoro, così come elaborata dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, scontenterebbe le numerose altre parti sociali coinvolte nella delineazione del futuro mercato del lavoro che, al momento, non sembrerebbero manifestare la benché minima intenzione a pervenire ad un accordo qualsiasi.

Punti critici rimangono la flessibilità in entrata, la flessibilità in uscita e gli ammortizzatori sociali.

Riforma del Welfare del 2012

Ci stiamo interessando, in questi ultimi giorni, alla riforma del mercato del lavoro che, stando alle intenzione del Governo Monti, primo promotore del progetto grazie al responsabile del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, rivoluzionerà completamente, attraverso dinamiche e provvedimenti sino ad oggi impensabili, il futuro mercato del lavoro.

Naturalmente, come si potrebbe facilmente intuire, le riforme riguarderanno anche e soprattutto le politiche sociali, altrimenti definite welfare, ormai strettissimamente collegate alle difficoltà, sia in entrata che in uscita, del mondo del lavoro.

Vediamo, dunque, le proposte del ministro Elsa Fornero in merito alla formazione degli studenti ed agli ammortizzatori sociali dedicati a quanti, il lavoro, rischiano di perderlo.

Modifica dell’età di pensione delle donne

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali Sacconi ribadisce che la proposta di alzare l’età della pensione di vecchiaia alle donne è solo un’ipotesi che è giusto prendere in considerazione per ammortizzare la spesa pubblica.

La proposta consiste nell’equiparare la pensione di vecchiaia delle donne a quella degli uomini. La proposta, almeno in linea di principio, non appare poi così malvagia considerando che, statisticamente parlando, le donne hanno un tasso di mortalità di vecchiaia più alta rispetto a quella degli uomini.

Le parti sociali aprono alla settimana corta

Sono sostanzialmente positive le reazioni delle rappresentanze di imprenditori e di lavoratori all’ipotesi sul tappeto di introdurre nel sistema della cassa integrazione il nuovo meccanismo della settimana corta, sia pure con qualche precisazione e qualche distinguo.

Per la Confindustria, il sostegno alla proposta di Sacconi è espresso dal vicepresidente per le relazioni industriali, Alberto Bombassei, che tuttavia ritiene che la settimana corta può essere considerata ammissibile solo come soluzione-tampone in situazioni emergenziali, e soprattutto assume una sua validità solo se accompagnata da altre misure indispensabili, come una pesante opera di formazione a favore dei lavoratori coinvolti, posto che presumibilmente molti di loro dovranno cercare un nuovo impiego.

Ogni ipotesi di sostegno del reddito, dunque, non può essere vista come a se stante, ma va integrata con soluzioni complementari.

La settimana corta è in agenda

Dopo il primo, vago accenno da parte di Silvio Berlusconi durante la conferenza-stampa di fine anno, è ora il ministro del Welfare Maurizio Sacconi a prendere seriamente in mano l’ipotesi dell’introduzione della settimana corta, come già in Germania sta facendo il governo Merkel.

In sostanza, essa costituirebbe un’alternativa alle tradizionali metodologie di applicazione della cassa integrazione. Normalmente, infatti, l’impresa in crisi che accede a tale agevolazione mantiene sul posto di lavoro solo una parte dei lavoratori mentre la parte restante, che rimane a casa, gode per il periodo considerato del trattamento di integrazione salariale, pari ad una percentuale del normale stipendio, che a seconda dei casi è a carico del datore di lavoro oppure dello Stato.