Progetto Erasmus per gli impiegati pubblici

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Non è chiaro, peraltro, se l’esperienza all’estero sia da intendersi come un passaggio obbligatorio o sia riservato..

Il progetto Erasmus, tutti lo sanno, è nato una ventina di anni fa in ambito comunitario e ha consentito a decine di migliaia di studenti universitari di spostarsi per un periodo di sei mesi o un anno presso una città estera, frequentando in loco i corsi di studio e sostenendo esami pienamente riconosciuti anche dall’Università di partenza.

Più di ogni altra cosa, l’Erasmus ha consentito ai nostri ragazzi di accrescere una mentalità nuova, a livello europeo, favorendo l’integrazione comunitaria e sviluppando una nuova consapevolezza.


Tanto è stato il successo del progetto che il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta sta pensando di adottare un’iniziativa molto simile ma che abbia come protagonisti i funzionari della Pubblica Amministrazione.

L’idea di Brunetta, che ovviamente per essere operativa dovrà essere approvata dagli organismi di Bruxelles, prevederà la possibilità di scambiare fra gli uffici pubblici di diversi Paesi comunitari i funzionari dei diversi livelli, per un periodo prefissato e comunque ridotto (non superiore ai sei mesi).
Secondo Brunetta, ogni qual volta un funzionario volesse conseguire un avanzamento di carriera dovrebbe partecipare all’iniziativa. Pertanto, dunque, il discorso sarebbe da applicarsi principalmente a livello di dirigenti o quadri.


Non è chiaro, peraltro, se l’esperienza all’estero sia da intendersi come un passaggio obbligatorio o sia riservato solo ai volontari.

L’iniziativa, fra l’altro, servirà anche ai nostri funzionari per imparare una nuova lingua, aspetto da non trascurare, ma soprattutto gli consentirà di imparare e diffondere nuove e virtuose prassi imparate negli uffici dei colleghi inglesi, tedeschi o svedesi, ma anche ad esportare eventualmente le nostre migliori prassi, nell’interesse della crescita collettiva.