La escort e Fini: partono le denunce

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Gianfranco Fini è partito all'attacco a suon di querele e denunce per contestare le notizie false ed infamanti riguardanti un suo coinvolgimento con una prostituta di Reggio Emilia.

Gianfranco Fini è partito all’attacco a suon di querele e denunce per contestare le notizie false ed infamanti riguardanti un suo coinvolgimento con una prostituta di Reggio Emilia.
L’avvocato Giuseppe Consolo fa sapere che questo sarà soltanto l’inizio della battaglia in cui si combatterà a suon di querele, in primis contro Libero e contro Il Giornale che hanno ripreso la questione della donna dai facili costumi per gettare fango su Fini, ma soprattutto sul Premier Silvio Berlusconi.
In questa denuncia si chiede che vengano fuori i nomi dei colpevoli e dei mandanti, contestando il reato di diffamazione tramite stampa e quelli ancora più gravi, d’estorsione e cospirazione politica.



L’avvocato Consolo è intenzionato a tutelare non soltanto la figura del presidente della Camera che da questo risulta essere gravemente danneggiata, ma anche l’organo istituzionale che Fini stesso rappresenta.
Questa vicenda dai contorni prurigginosi è iniziata quando il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, ha pubblicato un editoriale in cui si diceva che intorno a Gianfranco Fini girassero storie strane come quella di Lucia Rizzo, in arte Rachele, nipote di un gerarca fascista e prostituta di Reggio Emilia che racconta di aver avuto tre incontri col presidente della Camera, ricevendo come compenso 1000 euro in contanti.
La vicenda è stata confermata da lei stessa in seguito in un’intervista al sito 4minuti, in cui ha anche sottolineato il fatto di aver parlato per vendetta, dopo che non è stata mantenuta la promessa di entrare nel Grande Fratello.
L’avvocato Consolo ha commentato la vicenda dicendo che si tratta di una situazione assurda e ha concluso dicendo: “È un reato ipotizzato, saranno i magistrati a verificare. Certo, vogliamo capire chi c’è dietro. Quanto a Belpietro, arriverà una querela anche a lui, anche se probabilmente il capo d’accusa non sarà la cospirazione, ma la diffamazione aggravata a mezzo stampa.”