La crisi c’è e si fa sentire

di Redazione Commenta

Abbiamo già scritto che il prodotto interno lordo italiano sta andando a picco e, nonostante le previsioni di Tremonti che si aspettava..

E mentre il comico Beppe Grillo fa il giro delle piazze in estrema sordina per promuovere le varie liste civiche a lui associate per le comunali e le europee, arrivano dati sconcertanti sulla situazione italiana durante questo periodo di crisi nera.

Abbiamo già scritto che il prodotto interno lordo italiano sta andando a picco e, nonostante le previsioni di Tremonti che si aspettava un calo di solamente mezzo punto percentuale, nel primo trimestre 2009 il pil italiano ha avuto un calo del 5,9%.


Il PIL non è altro che il prezzo del consumo dell’Italia. Ogni cosa che viene creata/comprata ha un costo e questo va a incidere sul prodotto interno lordo. Anche una carta che si getta per strada fa PIL poichè ci deve essere qualcuno che questa carta la deve raccogliere e questo ha un costo, questo costo fa PIL.

Non solo, ma tutte quelle migliaia di confezioni che gettiamo nel cestino fanno e sono PIL poichè quello che si getta è stato acquistato. Si pensi ad una confezione di tagliatelle, il contenitore che buttiamo è stato comprato e questo genera PIL anche se noi non ce ne accorgiamo.


Il fatto che il PIL è calato durante il periodo di crisi sta anche ad indicare che la gente sta iniziando a risparmiare, ma non necessariamente che non sta comprando o consumando, la gente risparmia sulle telefonate a casaccio, risparmia sull’elettricità e sulle spese inutili come ad esempio tenere l’alimentatore del telefono sempre attaccato, il computer sempre accesso, ecc.

Forse non è un male tutto questo risparmio. Andare alla ricerca sfrenata dell’aumento PIL può essere deleterio, non necessariamente la ricchezza di un paese si basa sull’incremento del prodotto interno lordo poichè questo sistema porta anche a sprechi inutili e a inquinamento. La riduzione degli sprechi e dell’inquinamento possono aumentare decisamente la qualità della vita e ridurre anche le spese sanitarie.