La disoccupazione in Italia continua a crescere

di Redazione Commenta

La disoccupazione continua a crescere e sfiora ormai i 3.000.000 una cifra "agghiacciante" come ha commentato Squinzi difronte ai dati ISTAT pubblicati stamane.

 La discussione politica, in questi giorni, gira intorno alla questione del potenziale governo che dovrebbe nascere dalla proposta del centrosinistra. Grillo a riguardo, continua a confermare la non volontà del movimento di dare la fiducia ad un probabile governo Bersani. Oggi in un’intervista al The Guardian anche l’altra mente del movimento cinque stelle, Casaleggio, ha fatto capire che i nuovi eletti non voteranno la fiducia in Parlamento.

Intanto il Paese è in “coma”. I dati della disoccupazione, resi noti dall’Istat stamane, sono veramente “agghiaccianti” così come li descrive in un suo commento a riguardo Giorgio Squinzi, il presidente di confindustria. Nel 2012 il numero di disoccupati è aumentato di 636.000 unità, facendo registrare un aumento del 30,2%, si è giunti così a 2 milioni e 744 mila disoccupati, una cifra che non è mai stata raggiunta in precedenza ovvero dall’inizio delle serie storiche, nel 1993.

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Squinzi riferendosi alla politica dice che sarebbe auspicabile che le varie forze parlamentari si uniscano in maniera responsabile per attuare poliche vicine all’economia reale del Paese. Ma per ora, sembra che la discussione verta su altri temi come se il Paese potesse ancora attendere. Siamo vivendo un’emergenza sociale, come commenta la CGIL, che sfiora la disperazione viste le fasce che va a colpire sopratutto i giovani e i lavoratori ultra cinquantenni. C’è bisogno di una vera tutela universale dei disoccupati in modo da dare a tutti una speranza e supporto per scongiurare la povertà.

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Commenti negativi anche dalla Commissione Europea in relazione non solo della situazione italiana, ma all’intero sistema lavoro europeo, che continua ad arrancare in termini di occupazione. E’ una situazione “inaccettabile” fa sapere Jonathan Todd, portavoce del commissario Ue al lavoro Lazlo Andor che da parte sua commenta la questione lavoro come “una tragedia per L’Europa.”