Disoccupazione in Italia per l’istat è nuovo record negativo

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I nuovi dati ISTAT sulla disoccupazione mostrano un' Italia precaria e in difficoltà. A pagare il prezzo più alto sono i giovani, sopratutto quelli della fascia 15-24 anni.

 Il tasso di disoccupazione in Italia fa registrare un nuovo record negativo superando il muro dell’11% per assestarsi all’11,1% dato comunque in crescita se si pensa che a settembre eravamo al 8,8% e quindi in soli due mesi abbiamo avuto un tasso di crescita negativo di 2,3 punti percentuale. Questo è ciò che rende noto l’Istat spiegando che tenendo conto delle serie storiche trimestrali di questi anni il mese scorso si attesta come il mese con tasso più alto di disoccupazione dal 1999.

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Il numero di disoccupati in cifre si aggira intorno ai 2 milioni e 870 mila e in un mese rispetto a settembre si sono aggiunti altre 93mila unità. Mentre gli occupati ad ottobre restano sostanzialmente gli stessi 22 milioni 930 mila sopratutto per il basso turnover dovuto alla riforma delle pensioni che come sappiamo alza i criteri di idoneità sia in termini di età che anni contributivi.

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A pagare di più lo scotto di questo trend negativo sono i giovani della fascia di età 15-24 anni,  il tasso di disoccupazione è pari al 36,5% in aumento dello 0,6% rispetto al mese di settembre e del 5,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In soldoni parliamo di quasi 4 giovani disoccupati su 10 una media impressionante come il numero di quelli che cerca lavoro che si assesta alle 639mila unità.

Per non parlare della situazione dei precari, sia dipendenti con contratto a termine che quelli a contratto part-time. In Italia attualmente i dipendenti con contratto a termine sono 2 milioni e 447 mila a cui si aggiungono 430 mila collaboratori per un totale di 2 milioni 877 mila lavoratori senza sicurezza di lavoro.

C’è anche un’altra classe di precari come quella dei lavoratori che accettano contratti part-time in mancanza di lavoro a tempo pieno e di questi si contano 3 milioni 847 mila, un esercito di persone che ovviamente guadagna poco e spende poco in bilico tra l’inoccupazione e un lavoro “normale”. Sono cifre impressionanti che preoccupano sopratutto per la tenuta sociale di questo Paese che per ora pensa a far quadrare i conti ma obiettivamente sta facendo molto poco per affrontare i propri problemi occupazionali.

 LA CRISI COLPISCE DURAMENTE I GIOVANI