No alla tassa sui ricchi per salvaguardare gli esodati

di Gianni Puglisi Commenta

Scopo di codesta tassazione quello di reperire le risorse necessaria alla corretta salvaguardia di tutti gli esodati italiani per i quali, purtroppo, non sarebbe ancora stata individuata la soluzione maggiormente ideale.

Dal testo dell’emendamento recentemente licenziato, all’unanimità, dalla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati verrà con ogni probabilità stralciata la norma inerente la possibilità di introdurre, anche nell’ordinamento italiano, una tassa del 3% nei confronti dei contribuenti italiani maggiormente ricchi, equivalenti allo 0,36%, con un reddito uguale o superiore a 150.000 euro.

LEGGE DI STABILITA’ 2013 E FONDO ESODATI

Scopo di codesta tassazione quello di reperire le risorse necessaria alla corretta salvaguardia di tutti gli esodati italiani per i quali, purtroppo, non sarebbe ancora stata individuata la soluzione maggiormente ideale.

RETROATTIVITA’ TAGLI DETRAZIONI E FRANCHIGIA DEDUZIONI

Se, infatti, il decreto Esodati ed il decreto Sviluppo avrebbero provveduto a salvaguardare il maggior numero degli attuale esodati ancora nulla, o comunque pochissimo, sarebbe stato fatto per salvaguardare gli esodati che la riforma delle pensioni del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero contribuirà a creare nel biennio 2013 – 2014.

LEGGE DI STABILITA’ 2013 E TAGLIO DELLE DETRAZIONI

Contrari alla norma, ovviamente, la Confindustria ed il Popolo della Libertà.

I primi, grazie ad Aurelio Regina, già vice Presidente della Confindustria, avrebbero infatti recentemente fatto sapere che: “c’è già un’aliquota del 3% su questi redditi, aggiungerne un’altra sarebbe alquanto iniquo: quella è la fascia di popolazione che è l’unica che spende e c’è il problema di consumi interni”.

I secondi, grazie a Fabrizio Cicchito, già Capogruppo alla Camera dei Deputati del Popolo della Libertà, fanno invece sapere che: “sostenendo in generale la via dell’abbattimento del debito per diminuire una pressione fiscale insostenibile per tutti, non condividiamo il ricorso a forme di finanza straordinaria per una copertura delle risorse necessarie sul tema”.

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