Nuovi ammortizzatori del Governo Monti da gennaio 2017

di Gianni Puglisi Commenta

Al centro dell'odierno tavolo di lavoro, infatti, vi sarà la scottante questione dei nuovi ammortizzatori sociali del Governo Monti.

Si svolgerà a partire da oggi pomeriggio, lunedì 12 marzo 2012, il 6° dei complicatissimi incontri, intavolati sin da novembre 2011 tra il Governo Monti e le parti sociali, sui delicati temi della riforma del mercato del lavoro e sulla riforma del welfare.

Il clima, nonostante in più occasioni sarebbe già stata annunciata la volontà del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero di non discutere dell’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori sino che non potrà parlarne, senza pregiudizio di sorta, con ognuna delle parti sociali prese singolarmente, promette comunque di essere molto teso.

Al centro dell’odierno tavolo di lavoro, infatti, vi sarà la scottante questione dei nuovi ammortizzatori sociali del Governo Monti.

Unica certezza, stando a quanto trapelato da Palazzo Chigi, la data di entrata in vigore della riforma del welfare, ormai definitivamente anticipata a gennaio 2017.

Su tutto il resto, purtroppo, graverebbe ancora il mistero creato dal ministro Fornero in data mercoledì 29 febbraio 2012 quando, stanca delle contrapposizioni delle sigle sindacali, chiese ed ottenne una sospensione dei lavori direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministro Mario Monti.

Entro stasera, comunque, bisognerebbe riuscire definitivamente a capire grazie a quali fondi verranno coperti i nuovi ammortizzatori sociali (stando alle dichiarazioni del viceministro dell’Economia e delle Finanze Vittorio Grilli dovrebbero essere sufficienti i risparmi, stimati dagli ottimisti in 2,5 miliardi di euro, ottenuti dall’esecutivo grazie alla riforma delle pensioni) e in che cosa questi nuovi ammortizzatori consisteranno (sarebbe crollata in questi giorni, infatti, la certezza che la riforma del welfare si sarebbe basata, in maniera quasi esclusiva, sull’abolizione di qualsiasi ammortizzatore a favore di un’unica Cassa Integrazione Guadagni e di un ampliamento dell’indennità di disoccupazione).