L’IMU nella legge di stabilità 2013

di Gianni Puglisi Commenta

La prima, come confermato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, consisterebbe nel non modificare l'Imposta Municipale Unica salvo poi effettuare una perequazione orizzontale tra quest'ultima ed il succitato Fondo.

Chiunque si aspettava che il Governo Monti modificasse, grazie alla legge di stabilità 2013 oggi in discussione presso il Consiglio dei Ministri, l’Imposta Municipale Unica così che quest’ultima, divenendo un’imposta esclusivamente comunale, potesse incidere il meno possibile sulle già risicate risorse finanziarie dei cittadini pur contribuendo, in maniera decisamente più efficace rispetto al passato, ad aumentare le entrate tributarie degli enti locali, potrebbe rimanere fortemente deluso giacché quest’ipotesi, almeno per il momento, non sarebbe più all’attenzione dell’esecutivo.

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A dichiararlo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, mediante il tramite del vice Ministro Vieri Ceriani che, riferendo in Parlamento sui lavori della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, avrebbe recentemente avuto modo di dichiarare che il cambiamento dell’Imposta Municipale Unica da imposta statale a imposta comunale sarebbe attualmente incompatibile con il cosiddetto Fondo di Riequilibrio che, come certamente saprete, consentirebbe a tutti i Comuni italiani, quale che sia la propria situazione economica e finanziaria, di garantire a tutti i cittadini la fruizione dei livelli minimi di assistenza e servizi pubblici stabiliti per legge.

IMU PIU’ COSTOSA DELLA VECCHIA ICI

Considerando, dunque, l’attuale impossibilità del Governo Monti di modificare il su indicato Fondo di Riequilibrio l’esecutivo potrebbe agire, stando a quanto dichiarato dal vice Ministro Ceriani, adottando due soluzioni definite “tecniche”.

LA CHIESA CATTOLICA PAGHERA’ L’ICI

La prima, come confermato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, consisterebbe nel non modificare l’Imposta Municipale Unica salvo poi effettuare una perequazione orizzontale tra quest’ultima ed il succitato Fondo.

La seconda, invece, consisterebbe nel destinare una parte, più o meno consistente ed ancora in fase di definizione, del gettito derivante dall’Imposta Municipale Unica direttamente al Fondo di Riequilibrio senz’alcuna intermediazione.

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