Aliquote contributive e contenzioso contratto di lavoro a termine

di Gianni Puglisi Commenta

Una di queste, forse in assoluto una delle più importanti, riguarderebbe, l'aumento delle aliquote contributive a carico del datore di lavoro.

Dopo avervi descritto, in un nostro recente articolo, tutte le principali novità che la riforma del mercato del lavoro, approvata solamente qualche giorno fa, in via definitiva, dal Parlamento della Repubblica italiana dopo molti mesi di gestazione e discussione, ai più differenti livelli, sul delicato argomento, avrebbe introdotto in riferimento ai contratti di lavoro a termine, altrimenti detti contratti di lavoro a tempo determinato, vogliamo provare a descrivere, brevemente ma esaustivamente, i principali provvedimenti che il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero avrebbe ideato quali deterrenti affinché il contratto a termine diventi un vero e proprio contratto a tempo determinato e, grazie a continue, virtualmente infinite ed inopportune, proroghe, possa venir utilizzato dal datore di lavoro per sfruttare il prestatore di lavoro.

RIFORMA DEL LAVORO SFATA IL MITO DELL’ARTICOLO 18

Una di queste, forse in assoluto una delle più importanti, riguarderebbe, l’aumento delle aliquote contributive a carico del datore di lavoro.

RIFORMA DEL WELFARE 2012

Queste ultime, come specificato dal Ministro Fornero in persona, verranno infatti notevolmente aumentate, in relazione ai dipendenti assunti a tempo determinato, così che il Governo Monti possa percepire tutte quelle risorse economiche e finanziarie necessarie ad istituire la tanto discussa e chiacchierata Assicurazione Sociale Per l’Impiego meglio nota con l’acronimo ASPI.

RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

Le aliquote contributive, in particolar modo, verranno aumentate addirittura dell’1,4% e potranno venir recuperate, per lo meno in parte, solamente nel caso in cui il datore di lavoro, entro 6 mesi dalla scadenza del contratto, provveda ad assumere, a tempo indeterminato, il dipendente precedentemente assunto a termine.

Altra soluzione proposta dal Governo Monti quella di aumentare il periodo utile all’apertura di un contenzioso nei confronti del datore di lavoro.

Il dipendente, a partire da martedì 1 gennaio 2013 ed in relazione, dunque, a tutti i contratti di lavoro a tempo determinato la cui scadenza sia successiva a quella della data poc’anzi specificata, avranno a propria disposizione ben 120 giorni per impugnare il proprio contratto a termine, anche in via extragiudiziale, e 180 giorni per presentare ricorso.