Riforma Fornero e contratto di lavoro a tempo determinato

di Gianni Puglisi Commenta

Cosa cambierà per datori e prestatori di lavoro italiani?

La riforma del mercato del lavoro del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, come certamente voi tutti ben saprete, sarebbe finalmente, dopo un iter Parlamentare complesso ed una gestazione di oltre tre mesi, divenuta legge grazie all’approvazione, sofferta, ricevuta a Montecitorio solamente pochi giorni fa.

RIFORMA DEL LAVORO SFATA IL MITO DELL’ARTICOLO 18

Cosa cambierà per datori e prestatori di lavoro italiani?

RIFORMA DEL WELFARE 2012

A dire il vero molto, se non addirittura moltissimo in considerazione della scarsa fiducia riservata dagli analisti, italiani e stranieri, ai provvedimenti ed alle possibili soluzioni proposte dal Governo Monti, a partire da una di quelle tipologie contrattuali che, da sempre, verrebbe considerata quale sinonimo di sfruttamento dei giovani e, più in generale, di precarietà di moltissimi lavoratori italiani.

RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

Stiamo naturalmente parlando, nel caso in cui non si dovesse essere ancora capito, del contratto di lavoro a tempo determinato, altrimenti detto a termine, che, grazie alla riforma del mercato del lavoro, diventerà veramente a termine e, dunque, non potrà più venir prorogato dai datori di lavoro, virtualmente all’infinito, senza se e senza ma.

Detto questo sarebbe cosa buona informare i nostri fedeli lettori del fatto che, affinché codesto obiettivo potesse venir raggiunto, il Ministro Fornero avrebbe dovuto introdurre nella propria riforma l’impossibilità, per il datore di lavoro, di rinnovare i contratti a termine privi del cosiddetto causalone, indicante, nel dettaglio, prerogative e motivazioni dell’assunzione a tempo determinato, e la cui durata massima sarebbe stata spostata a 12 mesi.

Allo stesso scopo il Ministro Elsa Fornero avrebbe dovuto aumentato il periodo di sospensione solitamente intercorrente tra due successive proroghe della data di scadenza di un qualsiasi contratto a termine che, a partire dall’approvazione della riforma del mercato del lavoro, sarebbe salito a 60 giorni per i contratti di lavoro a tempo determinato di durata inferiore ai 6 mesi e a 90 giorni per i contratti di lavoro a tempo determinato di durata superiore ai 6 mesi.