Gli italiani soffrono a causa del lavoro

di Gianni Puglisi Commenta

Non stiamo parlando dello stress da lavoro che avrebbe ormai colpito oltre 9 milioni di italiani, bensì dello stress, ormai sempre più diffuso, derivante dall'impossibilità di trovare un qualsiasi posto di lavoro.

Non stiamo parlando, contrariamente a quanto sarebbe di primo acchito possibile credere, dello stress da lavoro che, oltre ad essere ormai stato riconosciuto, anche in ambito internazionale, quale vero e proprio disagio psicologico e sociale, avrebbe ormai colpito oltre 9 milioni di italiani, bensì dello stress, ormai sempre più diffuso, derivante dall’impossibilità di trovare un qualsiasi posto di lavoro.

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Da questa particolarissima forma di stress, che sarebbe sociale e collettiva (ed assumerebbe, in questo senso, i tratti caratteristici della tensione e della rabbia sociale alle quali facevamo riferimento nei nostri articoli dedicati al voto di protesta delle elezioni amministrative italiane del 6 e 7 maggio 2012 ed ai risultati delle elezioni politiche francesi e greche di domenica 6 maggio 2012) prima ancora che individuale e psicologica, deriverebbe la sensazione, espressa dal ministro dello Sviluppo Economico e dei Trasporti e delle Infrastrutture Corrado Passera nel corso del convegno annuale di Rete Imprese Italia al quale era oggi presente in qualità di rappresentante del Governo Monti, che la tenuta sociale sia davvero ad altissimo rischio e, da un momento all’altro, potrebbe definitivamente venir meno a causa della fortissima pressione interna.

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Colpa, in realtà, non già della mancanza di lavoro (sebbene il problema della disoccupazione in quanto tale starebbe diventando di giorno in giorno più stringente), bensì di tutte le situazioni di difficoltà, che ormai coinvolgerebbero quasi 10.000.000 di italiani, che si verrebbero a creare, in tutte le famiglie italiane, a causa dell’inoccupazione, della sottoccupazione e, ultima ma non ultima, della disperazione che avrebbe ormai indotto oltre 3 milioni di cittadini italiani a non cercare lavoro poiché fermamente convinti del fatto che, qualunque cosa facciano, potrebbero davvero non trovarlo.

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