Grillo e Renzi parlano di riforma elettorale e si scontrano sui referedum

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Il dibattito politico sulla riforma elettorale continua e tra governo e Movimento 5 Stelle c’è stato prima un allontanamento, con l’annullamento dell’incontro previsto da giorni, e poi un riavvicinamento, con i dieci punti per l’accordo pubblicati da Beppe Grillo sul blog e la risposta di apertura del governo. In mezzo qualche attacco, di Grillo a Matteo Renzi, e la risposta del governo sulla necessità di essere concreti.

 

I dieci punti di Grillo toccano diversi aspetti dell’Italicum, dalla necessità di una legge elettorale che indichi un vincitore ai ballottaggi, dall’estensione dei collegi all’immunità parlamentare che viene indicato come il più importante. La risposta del governo è arrivata con il vice presidente del Partito Democratico Lorenzo Guerini che si è mostrato pronto al confronto sui punti.

Guerini ha affermato: “Abbiamo finalmente ottenuto le risposte alle domande che avevamo posto. Adesso manderemo una lettera punto per punto. Poi faremo un incontro la prossima settimana”. C’è la conferma di Guerini al confronto che sia però interno alla base della legge elettorale del governo.

Con il confronto sulla legge elettorale che sembra avvicinare le posizioni, lo sconto si sposta su altri versanti come quello dei referendum. Endrizzi del Movimento 5 Stele ha detto: “Pd, Nuovo Centro Destra, Lega e Forza Italia si preparano a mettere sempre più nell’angolo i cittadini. Dopo le firme quintuplicate per presentare una legge d’iniziativa popolare ora arriva il raddoppio delle sottoscrizioni per i referendum abrogativi. Nella Commissione Affari Costituzionali del Senato i relatori Finocchiaro-Calderoli hanno presentato un emendamento che porta da 500 mila a 1 milione le firme necessarie per presentare un referendum abrogativo. Una proposta inaccettabile, che è non barattabile con un leggero abbassamento del quorum. Tra l’altro il Movimento 5 Stelle aspetta ancora un emendamento promesso dai due relatori ad oggi mai arrivato che introduce tempi certi per la discussione delle leggi popolari e l’introduzione di referendum propositivi e deliberativi a garanzia del rispetto dello spirito delle leggi d’iniziativa civica, nel caso queste vengano stravolte o non votate dal Parlamento”.