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La presidenza delle commissioni bicamerali

Sembra risolversi uno dei tanti impacci, busillis o incidenti di percorso che hanno messo per settimane il bastone tra le ruote al governo di unità nazionale del presidente del Consiglio Enrico Letta. Ci stiamo riferendo, in questa occasione, all’accordo raggiunto in merito alla presidenza delle commissioni bicamerali e alla giunta di palazzo Madama. Per dovere di cronaca ci teniamo a precisare che mancano ancora tutti i crismi  dell’ufficialità necessari in occasioni del genere a rendere effettive le nomine ma l’indiscrezione proveniente da fonti interne alla maggioranza sembra assolutamente attendibile (leggi: La commissione per le riforme costituzionali).

La mozione di ineleggibilità di Berlusconi

Nuova grana per il nuovo governo di unità nazionale del presidente del Consiglio Enrico Letta. A conti fatti si tratta di qualcosa forse di più grave rispetto ai normali contrasti propri delle dinamiche di un governo che poggia su un consenso così ampio e trasversale. Insomma, questa volta, non sembra che ci si trovi di fronte a uno di quelli che lo stesso ministro degli Interni Angelino Alfano ha bollato qualche giorno fa come dei normalissimi incidenti di percorso da mettere in calendario con una squadra di governo di tal tipo (leggi: Alfano sul governo Letta). Questa volta si parla dell’ineleggibilità di Berlusconi.

Governo Letta: sostegno e opposizione

Sono giorni ancora caldissimi per quanto riguarda i principali meccanismi della nostra vita politica. Sono giorni in cui si sta formando un nuovo esecutivo, in cui c’è un Presidente del Consiglio in pectore – Enrico Letta – che ha ricevuto l’incarico dalle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che ha concluso nella giornata di ieri il giro di consultazioni per poi poter sciogliere la fiducia entro il fine settimana. Secondo qualcuno entro domani.

Napolitano bis: favorevoli e contrari

La rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica rappresenta una giornata di per sé storica. E’ curioso notare però come se da un lato è innegabile la portata storica rappresentata dalla prima rielezione di un Capo dello stato nel corso della storia repubblicana del nostro Paese, è altrettanto vero che, per molti, la giornata di ieri di storico non ha nulla, se non un disperato ritorno al passato per l’incapacità di cambiare. O perché il cambiamento proposto non è apparso così convincente come si sperava o, semplicemente, per la sconvenienza di cambiare.

Vendola si dimette da deputato

 In questi giorni un’intervento parlamentare da parte del movimento cinque stelle aveva riportato in auge il problema del doppio incarico all’interno del Parlamento. Infatti sono tanti gli eletti, tra deputati e senatori, che ricoprono più incarichi istituzionali sia come consiglieri regionali che provinciali. Il caso di Nichi Vendola forse era quello più eclatante e sul quale si è polemizzato tanto, così il governatore della Regione Puglia per fugare ogni dubbio ha pensato bene di presentare le sue dimissioni da deputato per tornare a governare a tempo pieno la sua Puglia.

Lo scontro Vendola – Monti

Nuove manovre all’interno del centrosinistra. A meno di veni di giorni dall’apertura delle urne, quando la campagna elettorale e i leader s’impegnano in prima persona per iniziare a tirare la volata, all’interno del fronte di centrosinistra si aprono crepe sempre maggiori. Niente di ufficiale, o meglio, niente di ufficialmente sancito – rottura di alleanza, patti con avversari etc etc – ma i segnali di una convivenza difficile, già prima dell’ipotetica salita al governo, ci sono tutti.