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18 mesi di insuccessi per Veltroni

Dopo la sconfitta del PD in Sardegna il segretario Walter Veltroni ha preferito scegliere la via delle dimissioni per sottolineare la propria resa alla creazione del primo partito democratico italiano. Veltroni spiega, durante un comizio, come il PD sia riuscito a rimanere unito solamente grazie all’idea comune di essere contro Berlusconi.

Quando il PD doveva fare opposizione non riusciva ad avere un’unico ideale comune se non quello di andare contro a Berlusconi quasi come uno scontro di principio. Un partito che ha come unico obiettivo quello di buttar giù un solo personaggio non può avere delle basi solide per costruire e andare avanti.

Leadership PD, Bersani si fa avanti

Dopo una breve fase di tregua, si riapre il dibattito interno al Partito Democratico sulla leadership. A riavviare il discorso ha provveduto l’ex ministro Pierluigi Bersani, che si è dichiarato pronto a concorrere per la carica di segretario.
Bersani era accreditato fra i papabili anche in occasione delle primarie dell’autunno 2007, ma la scelta degli ex DS di puntare sull’allora sindaco di Roma Veltroni spinse Bersani e altri pezzi da novanta a fare un passo indietro.

Ora però Bersani sembra rimpiangere quella scelta. “La volta scorsa ho fatto una grandissima cavolata a non candidarmi”, ha affermato il politico emiliano.
In realtà, il congresso democratico è previsto per il prossimo ottobre, con le elezioni europee e amministrative di mezzo.

Rutelli: Veltroni deve sfruttare l’occasione della crisi

Francesco Rutelli, leader della Margherita, intervistato da Francesco Verderami del Corriere, afferma di vedere il PD abbastanza impotente non in grado di sfruttare le molte occasioni che il governo gli sta proponendo.

Per la prima volta, dopo le elezioni, l’alleanza di governo capitanata da Silvio Berlusconi risulta essere in apparente difficoltà causata da alcuni battibecchi tra il leader della Lega Nord Umberto Bossi e PDL e da incomprensioni interne al Partito della Libertà.

PD a rischio scissione

In questi giorni non sono tranquilli, i sonni di Walter Veltroni.
Assediato da tutte le parti, il segretario del Partito Democratico si sforza di richiamare collaboratori e dissidenti a unirsi verso l’obiettivo delle elezioni politiche e amministrative di giugno, appuntamento elettorale di importanza cruciale per il partito e per la stessa leadership di Veltroni. L’ex sindaco di Roma ha inviato il suo braccio destro Dario Franceschini a interloquire con tutte le mille anime del partito per ricomporre le fratture e appianare le tensioni.

Ma la cosa appare tutt’altro che facile: inchieste giudiziarie in tutta Italia, “capibastone” locali (per usare i termini dello stesso Veltroni) sul piede di guerra, sedi regionali commissariate ovunque, persino poco eleganti diatribe sui vecchi fondi di DS e Margherita.

Parisi spara a zero

Storico braccio destro di Romano Prodi, Arturo Parisi è fin dagli albori del Partito Democratico il più implacabile critico del segretario Walter Veltroni e della linea politica condotta dal PD.

In un’intervista a “E-Polis”, il professore si toglie alcuni sassolini dalla scarpa, a danno soprattutto dei vertici del suo stesso partito.

Parisi contesta al suo segretario soprattutto la confusione sulla strada da seguire e la politica delle alleanze attuata da Veltroni, ma nel mirino c’è anche la recente decisione dello stesso Veltroni di sciogliere l’Assemblea Costituente del PD (i cui membri furono eletti circa un anno fa con le famose primarie) e di avocarne i poteri a favore di un ristretto organo interno composto da persone scelte direttamente dal segretario.

Veltroni a tutto campo

In occasione di un incontro pubblico al teatro Strehler di Milano per sostenere la ricandidatura a presidente della provincia di Filippo Penati, il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni ha attaccato su diversi punti l’operato dell’esecutivo di fronte alla difficile crisi che sta vivendo oggi la nostra economia.

L’ex-sindaco di Roma giudica Silvio Berlusconi “inadeguato” a governare questo Paese: mentre infatti si sta abbattendo sull’Italia una profonda crisi “che cambierà la vita di centinaia di migliaia di italiani”, il premier ha preferito “ricevere a Palazzo Chigi le gemelle dell’Isola dei Famosi”, quasi come se fosse “un appuntamento istituzionale inderogabile”.

La Lega teme per il federalismo

L’accelerazione promessa da Silvio Berlusconi sul tema della giustizia non ha ottenuto l’entusiasmo della sponda leghista in Parlamento, soprattutto per la chiusura ad ogni forma di dialogo con l’opposizione su cui il Presidente del Consiglio è stato categorico.

Il partito guidato da Umberto Bossi sta lavorando alacremente da mesi per giungere ad un accordo il più ampio possibile sulla riforma federalista dell’assetto dello Stato, con particolare attenzione al federalismo fiscale.

Nubi sulla riforma Gelmini

Dopo un incontro fra il ministro della Pubblica Istruzione Gelmini e i rappresentanti sindacali del mondo scolastico, pare proprio che la rivoluzione fortemente voluta dal ministro e altrettanto fortemente contestata dalle sue controparti avrà un rallentamento e qualche modifica.

Sebbene il ministro precisi con chiarezza che per le scuole elementari il precedente modulo dei tre insegnanti per due classi “è morto e sepolto”, il progressivo instaurarsi del maestro unico, o per meglio dire “prevalente”, sembra subire qualche contraccolpo.

Commenti sui risultati delle provinciali in Trentino

Il risultato elettorale nel Trentino fa largamente sorridere gli esponenti del Partito Democratico. É raggiante il segretario, Walter Veltroni, che afferma in una nota che in Italia “il clima sta cambiando”.

A dispetto della prudenza di Casini, diversi democratici salutano l’inizio di un rapporto nuovo con i centristi, auspicando che esso possa portare questi ultimi ad abbandonare le velleità di un terzo polo e ad accettare invece il corteggiamento esplicito che il PD gli sta rivolgendo ormai da molti mesi (Enrico Letta parla di “modello Trento” come un esempio da seguire).

Giorgio Tonini, braccio destro di Veltroni, ritiene che sia stato comunque fondamentale aver riconfermato la fiducia su un amministratore locale molto apprezzato come Dellai, e suggerisce anche per il futuro di ricercare nel territorio le future candidature per le elezioni locali.