L’economia europea spaventa gli Stati Uniti

di Gianni Puglisi Commenta

Lenta, goffa, impacciata, indecisa, tutt'altro che determinata, probabilmente molto scorretta e, forse, anche irresponsabile.

Lenta, goffa, impacciata, indecisa, tutt’altro che determinata, probabilmente molto scorretta e, forse, anche irresponsabile.

LAVORO IN NERO SEMPRE PIU’ DIFFUSO

Questo l’identikit, davvero tragico e drammatico, che il Portavoce della Casa Bianca Jay Carney avrebbe fatto della politica economica europea che, dopo la pericolosa flessione registrata dall’economia spagnola negli scorsi giorni, sarebbe sempre più lontana dal raggiungimento dei propri obiettivi di risanamento dei conti pubblici e, soprattutto, di ripresa economica e finanziaria.

HOLLANDE, LE PEN E LA CRISI DEI MERCATI

Gli Stati Uniti d’America, nei confronti dell’Unione Europea e, più in generale, dell’intero Vecchio Continente, sarebbero stati oltre modo perentori, nonostante le pacate e cordiali parole espresse da Carney, nel dichiarare come il vero fanalino di coda dell’economia mondiale non siano già più i Paesi in via di sviluppo (alcuni dei quali potrebbe a ben diritto definire completamente sviluppati), bensì l’Europa stessa che, a dire il vero, starebbe rallentando sia la ripresa economica degli Stati Uniti d’America, ormai definitivamente fuori dalla bufera che ancora imperverserebbe sull’Europa, sia la crescita economica dei Paesi Orientali.

LA CRISI ECONOMICA E’ DIVENTATA CRISI POLITICA E SOCIALE