La Lega teme per il federalismo

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Il partito guidato da Umberto Bossi sta lavorando alacremente da mesi per giungere ad un accordo il più ampio..

L’accelerazione promessa da Silvio Berlusconi sul tema della giustizia non ha ottenuto l’entusiasmo della sponda leghista in Parlamento, soprattutto per la chiusura ad ogni forma di dialogo con l’opposizione su cui il Presidente del Consiglio è stato categorico.

Il partito guidato da Umberto Bossi sta lavorando alacremente da mesi per giungere ad un accordo il più ampio possibile sulla riforma federalista dell’assetto dello Stato, con particolare attenzione al federalismo fiscale.


E, in effetti, pare che sulla bozza normativa messa a punto dal ministro Roberto Calderoli si sia ormai vicini ad un accordo trasversale e amplissimo. Ma la chiusura di Berlusconi al dialogo rischia di creare facilmente una reazione a catena: e se sulla giustizia, in realtà, il merito di un eventuale accordo è davvero inimmaginabile allo stato attuale delle cose, sul federalismo le posizioni dei due schieramenti non sono poi così lontane.

Ma ora tutto rischia di ritornare in discussione. Walter Veltroni ha affermato chiaramente che il muro-contro-muro non potrà “non avere conseguenze su tutti gli atteggiamenti parlamentari”, e dunque il centrosinistra potrebbe porre in essere un’imponente opera di ostruzionismo che rischia di far slittare a data da destinarsi qualunque riforma federalista.


Ma anche sulla pretesa priorità della rivisitazione del sistema giudiziario si concentrano le perplessità leghiste. “Gli italiani sanno che una riforma della giustizia sia civile che penale è assolutamente indispensabile”, ha dichiarato Berlusconi, facendo insorgere il timore della Lega di uno slittamento sine die della discussione sul pacchetto federalista. Timore che però lo stesso Cavaliere ha cercato di smorzare: “Non è che ci sia una cosa prima e l’altra indietro. Abbiamo detto che si va avanti insieme”.