I 10 Paperon de’ Paperoni italiani

di Gianni Puglisi Commenta

Codesto ingentissimo patrimonio sarebbe detenuto da sole 10 persone e sarebbe cresciuto ad una velocità doppia rispetto a quella registrata dal Prodotto Interno Lordo pro capite

Paperon de’ Paperoni, per quanto ricco ed avaro in realtà fosse (tanto che le sue origini vennero da Carl Barks fatte risalire niente meno che ad Ebenezer Scrooge, il cattivo de “Il Canto di Natale” di Charles Dickes), altro non era, in fondo, che una simpatica canaglia sempre alle prese con gli spassosi “assalti” della Banda Bassotti.

LA FINE DELLO STATO SOCIALE

Peccato che il medesimo discorso, purtroppo, non valga anche per i Paperon de’ Paperoni italiani che, stando alle ultime indagini condotte dalla Banca d’Italia, e pubblicate nel volume di marzo 2012 degli Occasional Papers (serie di pubblicazioni editoriali riguardanti le più stringenti questioni di economia e finanza nazionale ed internazionale) possiederebbero un patrimonio complessivamente equivalente a quello di una città di grandissime dimensioni, quale potrebbe essere Roma, oppure ancora a quello dei 3 milioni di italiani più poveri.

GIOVANI ITALIANI A RISCHIO POVERTA’

Codesto ingentissimo patrimonio, pari a quasi 50 miliardi di euro, sarebbe detenuto da sole 10 persone (tra le quali spiccherebbero i nomi dei più importanti industriali e politici italiani quali Michele Ferrero e Silvio Berlusconi) e, nel corso degli ultimi 15 anni (ovverosia nel periodo di tempo compreso tra il 1995 ed il 2010), sarebbe cresciuto ad una velocità doppia rispetto a quella registrata dal Prodotto Interno Lordo pro capite che, purtroppo, sarebbe rimasto sostanzialmente fermo a causa di una economia, quale quella italiana, estremamente stagnante.

STUDI DI SETTORE 2010 FOTOGRAFANO UN’ITALIA POVERA

Ne consegue, come tra l’altro in più occasioni già rilevato nonché divulgato dalle più importanti organizzazioni economiche nazionali ed internazionali, come i giovani di oggi, purtroppo, siano decisamente meno ricchi dei propri genitori e come il divario tra i soliti ricchi ed i nuovi poveri sia andato costantemente crescendo creando una vera e propria situazione d’emergenza non solo economica bensì anche, e soprattutto, sociale.