Il sisma in Emilia potrebbe durare ancora molti anni

di Gianni Puglisi Commenta

Ciò che sta avvenendo in questo ore in Emilia-Romagna è di proporzioni catastrofiche e di incertissima previsione e, purtroppo, tutti i più importanti sismologi italiani si sarebbero detti sicuri di una sola cosa: lo sciame sismico continuerà.

Nella notte tra martedì 29 maggio e mercoledì 30 maggio 2012, come sicuramente voi tutti ormai saprete, l’Emilia-Romagna in particolare e, più in generale, l’intero Nord Italia, sarebbe stati tormentati da oltre 60 scosse telluriche che, oltre a seminare il panico e la disperazione tra gli sfollati, avrebbero aumentato la conta, ormai incalcolabile ed inaccettabile, dei dispersi, dei feriti e dei morti causati dai tre violentissimi eventi sismici, tutti con magnitudo superiore ai 5 gradi della scala Richter, del 20 e 29 maggio 2012.

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Ciò che sta avvenendo in questo ore in Emilia-Romagna è di proporzioni catastrofiche e di incertissima previsione e, purtroppo, tutti i più importanti sismologi italiani si sarebbero detti sicuri di una sola cosa: lo sciame sismico continuerà.

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Non si sa ancora quanto a lungo, non si ancora con quale intensità, non si ancora con quali esiti si concluderà ne quali effetti produrrà sulle persone e sugli edifici direttamente coinvolti.

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Si sa solo che proseguirà, inarrestabile, verosimilmente per molti mesi ancora e che, teoricamente, potrebbe addirittura non arrestarsi entro i prossimi anni.

La pianura padana, infatti, si troverebbe direttamente sopra la faglia, con direzione est- ovest e nord-sud, che congiungerebbe le placche tettoniche africana ed europea.

Gli appennini italiani, spinti dall’immensa ed incontenibile forza dell’Africa nei confronti dell’Europa, starebbero muovendosi verso nord-est letteralmente stritolando, come in una morsa, l’intera pianura padana che, nei prossimi millenni, potrebbe essere destinata a scomparire forse per sempre.

Il problema più grave, quello con il quale saremmo già oggi noi tutti costretti a confrontarci, sarebbe quella della composizione della faglia che, purtroppo, sarebbe costituito da un informe ammasso di megalitiche rocce che si accavallerebbero continuamente cambiando pendenza, direzione, posizione.

Ogni nuova scossa sismica, affermano i geologi, potrebbe ora attivare, come in un gigantesco domino, una qualsiasi di codeste formazioni rocciose che, in un periodo imprecisato, e purtroppo incalcolabile, del futuro, potrebbero cedere a causa dell’enorme pressione accumulatasi scatenando nuove scosse sismiche ed attivando nuove zone telluriche in un circolo vizioso destinato a ripetersi eternamente.

Certo è vero, rassicurano i geologi, che affinché una tale processo possa verificarsi potrebbero passare molte centinaia di migliaia di anni e che un sisma, purché correttamente innescato dai movimenti tellurici delle profondità geologiche, potrebbe addirittura non verificarsi affatto.

Eppure, bisognerebbe purtroppo ricordarlo ai lettori, l’ultimo catastrofico evento sismico interessante la pianura padana, quello terribile di Ferrara del 1570, avvenne solamente 500 anni fa.