Legittimo il licenziamento per giustificato motivo oggettivo

di Gianni Puglisi Commenta

Qualora, dunque, il datore di lavoro decida, per un qualsiasi giustificato motivo oggettivo, di licenziare uno qualsiasi dei propri dipendenti, questa decisione sarà da considerarsi valida a tutti gli effetti e non potrà venir in nessun caso impugnata.

Il licenziamento individuale, se effettuato per giustificato motivo oggettivo, è sempre e comunque valido e, in nessun caso, può invalidato dal giudice che, per l’appunto in nessun caso, può opporsi alle decisioni, specie se di carattere organizzativo, che il datore di lavoro, ed in particolar modo l’imprenditore, prende per migliorare la gestione della propria realtà aziendale.

RIFORMA DEL LAVORO SFATA IL MITO DELL’ARTICOLO 18

Grazie a questa particolare sentenza, sentenza che, una vota di più, ribadisce come il licenziamento per giustificato motivo oggettivo possa tranquillamente scattare anche nel caso in cui il datore di lavoro, e l’imprenditore in particolar modo, voglia cercare di “far fronte a sfavorevoli situazioni, non meramente contingenti, influenti in modo decisivo sulla normale attività produttiva, tanto da imporre una effettiva necessità di riduzione dei costi”, la Corte di Cassazione avrebbe recentemente dichiarato, in data lunedì 9 luglio 2012, che a decidere della gestione e dell’organizzazione delle risorse umane ed economiche di una qualsiasi azienda non possa essere il giudice bensì solamente, ed in via preponderante ed esclusiva, il datore di lavoro che, in questo particolare settore, non potrebbe e non dovrebbe dunque subire alcun tipo di ingerenza esterna.

RIFORMA DEL WELFARE 2012

Qualora, dunque, il datore di lavoro decida, per un qualsiasi giustificato motivo oggettivo, di licenziare uno qualsiasi dei propri dipendenti, questa decisione sarà da considerarsi valida a tutti gli effetti e non potrà venir in nessun caso impugnata.

RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO