Nella settimana che si sta concludendo, la scena politica all’interno del nostro Paese è stata senza dubbio dominata da una lunga serie di avvenimenti abbastanza eterogenei. Ma, qualora intendessimo sforzarci per trovare un unico comune denominatore potremmo ricercarlo nei rapporti sempre più stretti che vi sono tra l’organigramma politico ed economico del nostro Paese e l’Unione Europea. Significa, in altre parole, che i dettami dell’Unione Europea e di quelli ad essa legati come ad esempio le linee guida della Banca Centrale Europea, si portano dietro un’influenza sempre maggiore all’interno della nostra agenda politica.

Una settimana “europea”

A ben guardare tutti sanno che i Paesi che come l’Italia hanno aderito fino in fondo a tutti i trattati dell’Unione Europea devono per forza di cose fare i conti con una lunga serie di obblighi discendenti dai trattati e non solo. E quindi riteniamo utile soprattutto in una settimana dominata dall’incontro del nostro Presidente del Consiglio Enrico Letta con il presidente della Commissione Europea Barroso, dalla pubblicazione del bollettino mensile della Banca Centrale europea e del decreto del fare in vista del Consiglio europeo riassumere alcuni degli obblighi fondamentali per uno stato Membro. Ovviamente, in maniera intuibile, riteniamo improbabile oltre che inutile provare a riassumere in questa sede tutti gli obblighi che un Paese Membro ha, preferiamo, di contro, sottolineare quelli che sono venuti in cronaca in settimana (leggi anche: L’incontro Letta – Barroso).

Il Fiscal Compact

E, tra questi, senza dubbio un posto di un certo rilevo lo occupa la questione inerente agli obblighi di bilancio e vincoli che dal punto di vista economico diventano tassativi per un Paese che aderisce ai trattati comunitari e, in particolare, al più recente Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance dell’Unione Europea, vale a dire il cosiddetto Fiscal Compact. Quello che ci interessa maggiormente in un’occasione del genere è affrontare in potentissima sintesi quali sono gli obblighi di uno Stato Membro per quanto concerne i vincoli di bilancio. Ogni Stato deve avere un deficit pubblico strutturale inferiore a mezzo punto percentuale di Pil o al massimo deve essere inferiore all’1% del Pil per gli stati con debito pubblico inferiore complessivamente al 60% del Pil stesso. E l’obbligo per i Paesi che hanno debito pubblico pari o superioe al 60% del loro Pil di rientrare progressivamente di almeno un ventesimo del disavanzo (cioè dell’eccedenza rispetto alla soglia del 60%) ogni anno (leggi anche:m Il bollettino BCE sull’Italia).